domenica, 5 maggio 2024
Calcio

“THE HUMBLE VIC” – UNA STORIA DA RACCONTARE

Victor Osimhen è una storia da raccontare.
Dai tanti capitoli e dalle molteplici sfaccettature il centravanti nigeriano del Napoli, nella sua prima stagione italiana, ha fatto tanto parlare di sé sia per le qualità calcistiche (seppur in chiaroscuro per via degli infortuni) sia per quanto successo fuori dal campo con il “chiacchierato” viaggio in Nigeria – ricorderete le immagini del suo compleanno in situazioni poco consone in un contesto di lotta alla pandemia – dal quale è scaturito il Covid e la successiva multa da parte della società.
Quello che in pochi sanno è che Osimhen, classe 1998 con un valore attuale di mercato pari 50mln di euro (fonte Transfermarkt) dopo i 70mln con cui il club di Aurelio De Laurentiis lo ha strappato al Lille, non ha avuto una maturazione standard e in sette “punti” proveremo ad analizzarlo sotto delle lenti d’ingrandimento tanto particolari quanto lontane da quelle convenzionali.

Il soprannome “The Humble Victor”

Il soprannome gli viene affibbiato nel Lille nella stagione 2019-2020. Il nomignolo “Humble”, umile, deriva dall’infanzia difficile di Osimhen che nato a Lagos è cresciuto nei pressi della discarica chiamata Olusosun Landfill, una delle più grandi dell’intera Nigeria.
Perde la madre in tenera età e poco dopo il padre resterà senza lavoro (per poi morire, anche lui, nel maggio 2020). È l’ultimo di una famiglia di sette fratelli con la sorella Blessing che gli ha fatto letteralmente da madre.

Vendere acqua per sopravvivere

Lo confessa lo stesso Victor nella prima intervista ufficiale rilasciato ai canali social del Napoli: “[…] Dovevo andare a vendere acqua nelle strade trafficate di Lagos per poter sopravvivere. Io e i miei fratelli. È stato molto difficile, così come il posto da cui sono venuto. È un luogo dove non c’è speranza, dove nessuno ti dice di credere in te”.

Il paragone con Drogba

Sin dai tempi del settore giovanile, Osimehn è stato paragonato per caratteristiche a Didier Drogba anche se con lo sviluppo fisico lo stile è andato differenziandosi.
Il centravanti del Napoli ama attaccare la profondità e sfruttare gli spazi, l’ex bomber del Chelsea poteva considerarsi un autentico top player d’area di rigore.
Victor parla così del paragone in un’intervista datata ottobre 2020: “Sono cresciuto guardando giocare Didier Drogba, è stato un esempio per me. Un giorno mi stavo allenando e mia zia mi ha chiamato chiedendomi se sapevo chi le ricordavo. Mi ha detto di andare a vedere come giocava Didier Drogba. Lì mi sono innamorato del suo modo di giocare e del tipo di persona che è. Da quel momento veder giocare Drogba ha avuto un impatto importante sul mio gioco e mi ha aiutato molto”.

La morte della mamma e il nome

Un punto determinante nella crescita di Victor va sicuramente ricercato nella morte della madre avvenuta quando “Vic” aveva solo 6 anni. Una perdita molto significativa che ne ha aumentato lo spirito combattivo.
Pochi mesi dopo morì anche il padre e ad entrambi i genitori, al momento della firma con il Napoli, Osimehn ha rivolto la sua dedica. Curiosa anche l’etimologia del cognome Osimehn che, nel dialetto nativo di Ishan, significa testualmente “Dio è buono”.

I rifiuti dal Belgio

In pochi sanno che nell’estate del 2018, reduce dalle scorie della malaria di cui si dirà a breve, Osimehn fu provato sia dal Zulte Waregem sia dal Club Brugge, formazioni della Pro League del Belgio (la massima serie), che non lo hanno ritenuto idoneo al tesseramento per motivi prettamente fisici.
In sostanza, l’attuale centravanti del Napoli non è stato considerato valido per i parametri del campionato belga.

La malaria, il Wolfsburg e l’exploit giovanile

Cresciuto calcisticamente nell’Ultimate Strikers Academy, uno dei migliori settori giovanili nigeriani, sull’intuizione della talent Shira Yussuf già nel 2014 è entrato in orbita nazionali giovanili conquistando il Mondiale U17 nel 2015 in Cile con dieci gol all’attivo e il titolo di capocannoniere.
L’exploit gli valse un biglietto di sola andata per la Germania, sponda Wolfsburg, dove però le cose non andarono per il meglio.
Nella stagione 2017-2018 prima un infortunio alla spalla poi una delicata forma di malaria presa durante un viaggio in Africa ne hanno rallentato l’esplosione costringendolo sia al forfait nei mondiali in Russia sia a cercare fortuna altrove vista la non riconferma dei tedeschi.

Una velocità da record

 
Nella prima giornata di Serie A 2020-2021, in Parma-Napoli giocata al Tardini, Victor Osimehn ha conquistato subito la palma di “calciatore più veloce nello scatto” registrato dai classici report di fine gara alla voce velocità in sprint.
Il nigeriano, infatti, ha toccato in progressione i 34.05 km/h risultando il migliore dell’intero turno con un tempo da record assoluto. Quella gara, bloccata sullo 0-0 fino all’ingresso in campo di Osimehn nel secondo tempo, fu vinta per 0-2 dai partenopei con reti di Mertens e Insigne ma in entrambi i casi fu il nigeriano a propiziare le azioni da gol.

 

 

Articolo a cura di Peppe Gallozzi

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