LA STORIA DI VALENTINA MARIANI: DAI CAMPI DI PROVINCIA A SKYSPORT
Una penna, un blocco notes ed un registratore. Il sabato e la domenica, con il sole, la pioggia, il vento, la grandine e la neve. In tutti i campi della Regione ed in tutte le categorie…fino agli studi di SkySport. Inizia così la storia di Valentina Mariani, volto noto dell’emittente sportiva SkySport, la più seguita dagli sportivi italiani e non solo. Monterotondese D.O.C. , appassionata di calcio e sport in generale, innamorata della sua professione e del percorso lavorativo che l’ha portata sul grande schermo. Quando la “gavetta” è un motivo di orgoglio, quando il sacrificio e lo sforzo dei primi anni ti ripaga con il sogno realizzato e immaginato da una vita.
Il Supporter ha intervistato Valentina Mariani conduttrice di SkySport Italia. Una bellissima testimonianza di come lo sport, ed il calcio in particolare, è una passione ed un’emozione da raccontare ogni giorno.
Dove, quando e perché nasce la tua passione per il giornalismo ed in particolare quello sportivo?
Da bambina è nata prima la passione per il calcio, poi crescendo la scelta del giornalismo sportivo. Fin da piccola per colpa (o merito) della mia famiglia ero sempre sui campi tra Monterotondo Scalo e Monterotondo per seguire mio fratello che giocava. Ad un certo punto ho anche provato a giocare ma con scarsi risultati. La passione è rimasta sempre immutata, il calcio era troppo importante per non provarci. Il pensiero di poter rendere lo sport un lavoro mi ha portato fin qui. Ho studiato, ho iniziato prestissimo cercando di capire il lavoro già prima della fine del Liceo e poi ho inseguito con tutte le mie forze un sogno che nel 2008 è diventato realtà.
Sappiamo che hai fatto una bella gavetta come inviata sui campi del calcio dilettantistico romano per una testata regionale. Ti ricordiamo sulle tribune a prendere appunti e intervistare i protagonisti a fine partita. Che esperienza è stata? Oggi spesso si parla della mancanza di questo tipo di percorso per chi si approccia al mondo del lavoro, in qualsiasi ambito. Quegli anni quanto ti hanno formato e hanno inciso sulla professionista che sei oggi?
La gavetta è indispensabile in ogni lavoro. Ho iniziato con uno stage a RadioRadio a diciassette anni, poi appena finito il Liceo subito sui campi. Ricordo ancora il primo articolo per un derby tra Pescatori Ostia e Ostia Mare. Tutti i weekend fissa sui campi, nonostante pioggia/vento/sole sempre lì e felice di esserci. Dai pulcini alla Serie D passando per Juniores Nazionali: pezzi per tutte le categorie perciò vivevo sui campi di calcio dalla mattina alla sera. Ho avuto anche la fortuna di farlo quando il Monterotondo era in Serie D perciò riuscivo anche ad avere qualche spazio “più importante” per i pezzi della prima squadra. Tornassi indietro rifarei tutto perché quello che impari nelle prime esperienze poi ti rimane dentro sempre, capisci il senso di quello che fai e poi il calcio dilettantistico è coinvolgente.
Retorica o verità: è così complicato per una donna lavorare nel mondo dello sport e del giornalismo sportivo? Negli ultimi anni secondo il nostro parere sono diverse le giornaliste competenti che si sono affacciate e imposte nelle varie testate giornalistiche e programmi televisivi. C’è un modello o una giornalista che segui e da cui prendi spunto?
Semi verità, di sicuro per una donna è più difficile ma in tutti i lavori è così. Serve forza, carattere, determinazione e tanta competenza. Di solito le donne non seguono il calcio, per un uomo avere di fronte una donna con cui discutere di calcio è spiazzante, giusto?! Ma piano piano la fiducia si conquista e con il lavoro i risultati arrivano. Non ho mai seguito un modello in particolare, solo un sogno che per fortuna è diventato realtà.
Dai campi di provincia a Sky Sport24. Ci racconti le emozioni e le sensazioni del primo giorno in redazione?
2 luglio 2008 presentazione di SkySport24 la prima All News sportiva italiana (è ancora così). Da Monterotondo a Milano, catapultata in una città sconosciuta, senza punti di riferimento ma nel posto sognato. Avvisata solo una settimana prima di essere stata presa e di dovermi trasferire a Milano. Quel 2 luglio lo ricordo perfettamente: a Rogoredo in mezzo a lavori in corso in un open space immenso contornata di facce note e nuove con tanta paura ma tanta voglia di iniziare. Come una bambina in un luna park, era il mio sogno e stava iniziando a prendere forma. La frase che in questi 10 anni non è svanita è “Per primi e senza errori” è quello che cerchiamo di fare ancora oggi dopo 10 anni di SkySport24: ce la mettiamo tutta ogni giorno per dare per primi le notizie e per sbagliare il meno possibile. Sky sembrava così grande ma in poco tempo è diventata una seconda famiglia.
C’è un match, un gol, un momento che più di tutti ti ha emozionato in questi 10 anni?
Due momenti su tutti: la Champions League vinta dall’Inter nel 2010. Dopo 10 ore di lavoro esco alle 19 per seguire la partita con amici ma appena finita sono di nuovo corsa in redazione per una maratona lunghissima: live fino al mattino successivo, senza sosta. Tutti stanchissimi ma felici per aver fatto qualcosa di incredibile. L’altra emozione fortissima, stavolta vissuta live, è stata il 28 maggio 2017 allo stadio Olimpico. Mai visto niente di simile, mai sentito un sentimento così forte e condiviso. L’addio di Francesco Totti è stato qualcosa che è andato oltre il calcio, oltre lo sport, indescrivibile.
Articolo a cura di Valentino Cristofalo