domenica, 12 maggio 2024
INTERVIEW

“I Nostri Ricordi”: il calcio anni ‘80 torna in scena a teatro con lo “Shirt storytelling” e le maglie storiche NR

Il ricordo del calcio degli anni ‘80 ha il profumo delle maglie d’epoca, le emozioni al tatto dei numeri cuciti sulla lanetta, il rimpianto di un’epoca romantica che non tornerà più e, forse proprio per questo, rimasta indelebile della memoria di chi l’ha vissuta e assurta a leggenda per chi ne ha solo visto le immagini o letto le cronache.

Queste emozioni, e tante altre, sono racchiuse nello spettacolo “I Nostri Ricordi”, ideato da Ettore Zanca, Emilio Limone e Diego Colaiori, con la straordinaria collaborazione di Nicola Raccuglia, titolare dello storico marchio NR – Ennerre che ha firmato le maglie delle più grandi squadre del campionato più bello del mondo, dal Napoli di Maradona al Milan di Baresi, dalla Roma di Conti e Giannini alla Lazio di Giordano e Manfredonia, dalla Sampdoria di Mancini e Vialli alla Fiorentina di Socrates, passando per Atalanta, Avellino, Palermo, Pescara e tante altre realtà calcistiche della penisola e non solo.

Si tratta di un live storytelling che parte da un momento cruciale per la nazionale italiana, nello specifico il gironcino del Mundial ‘82 contro Argentina e Brasile, ed è lo spunto per ripercorrere le vicende umane e sportive di tre campioni rimasti nell’immaginario collettivo, con il grande talento e le loro fragilità: Paolo Rossi, Diego Armando Maradona e Socrates.

In scena si amalgamano sorrisi e lacrime, non mancano gli aneddoti e gli intrecci tra le storie delle maglie NR mostrate al pubblico e quelle dei calciatori. Non si escludono ulteriori sorprese, in un caleidoscopio di nostalgiche sensazioni.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare uno degli ideatori dello spettacolo, Ettore Zanca, storyteller di vita e calcio. Insieme a lui abbiamo scoperto da dove nasce l’idea di questo format teatrale e perché nasce proprio dalla passione per il calcio e per le maglie storiche.

Socrates, Diego Armando Maradona, Paolo Rossi. Perché la scelta di questi tre campioni come ispirazione per lo spettacolo teatrale?

In origine Emilio Limone ed io, su uno spunto di sua moglie Elisa che ci ha suggerito vivamente di fare uno spettacolo sulle maglie da calcio, volevamo raccontare un po’ di maglie sparse ma ci rendevamo conto che veniva fuori una cosa disomogenea.

Ad un certo punto ci siamo resi conto che nella nostra memoria di ragazzini, in un momento storico particolare, il 1982, tre campioni avevano in comune per qualche tempo lo stesso spazio fisico. Barcellona e in particolare il Sarrià, uno stadio ormai demolito dove giocava la seconda squadra di Barcellona, l’Espanyol. Maradona, Rossi e Socrates avevano condiviso un momento che noi abbiamo cercato di fermare. Il famoso girone a 3 tra Italia, Argentina e Brasile.

In più sono stati tre campioni dalla vita divergente ma dal destino simile. Paolo Rossi era il vicino di casa gentile della porta accanto che diventa un eroe, Socrates un uomo impegnato politicamente e libero mentalmente ma schiavo dei vizi e Maradona un talento abbagliante e poetico che giocava con i fantasmi al fianco.

Tutti e tre lì, tutti e tre rimasti nel nostro immaginario per destini diversi confluiti in una morte giovane. Da lì abbiamo proposto a Diego Colaiori di far parte della comitiva, in quanto unico attore “vero” dei tre e con doti non indifferenti di regia e l’avventura è partita.

“Shirt storytelling” come mai la scelta delle maglie da calcio per raccontare il sapore antico di un calcio che non c’è più?

Perché le maglie hanno cambiato stoffa ma non storia. Sono oggetti narranti. In passato erano di struttura pesante e avevano un romanticismo intrinseco solo indossandole. Sentire il peso di una maglia non era solo simbolico.

Valevano i colori, gli stemmi ricamati, tutto era arte. Adesso sono diventate veicolo di narrazione più immediata. Spesso le terze maglie servono a raccontare in breve. Penso al Corinthians che celebrò Senna con una maglia dedicata, alle squadre messicane sponsorizzate dal marchio Charly che per per el dia de los muertos fecero le maglie con i teschi o la speciale maglia di Halloween del Napoli anch’essa con i teschi.

Ecco, forse mentre prima le maglie erano libri che restavano nel tempo, ora sono i post scritti con cura di un social o un editoriale.

E se ne sono accorti anche gli stilisti. Balenciaga ci ha fatto una linea di maglie da calcio e gli influencer le indossano come t shirt da passeggio. Cosa che tra parentesi faccio anche io che sono un collezionista di maglie strane. Lo facevo anche da ragazzo ma mi guardavano come un alieno.

I nostri ricordi” un racconto di maglie, aneddoti e storie, con incroci che non si immaginano finché non si assiste al live. Può anticiparci qualcosa su questo spettacolo?

 Intanto che siamo felici che sia uno spettacolo scritto da chi ama il calcio così come ama la vita in tutte le sue sfaccettature. Poi è uno spettacolo a triplice firma, perché nessuno di noi in scena è simile all’altro.

Diego è compassato e geometrico come Socrates, Emilio è un vulcano e porta in scena ben 4 maglie parlando di Maradona e io parto da una scarpa e una maglia assurda per parlare di Paolo Rossi. E chi viene a vederci poi crede che lo spettacolo sia finito ma non è così.

C’è un’appendice che concordemente abbiamo deciso di fare. Poi davvero si respira un’atmosfera di gita fuori porta, anzi, di squadra che gioca divertendosi e che ha una fraterna voglia di esserci. Nessuno di noi cerca la “giocata teatrale” a danno della squadra. Il resto spero si possa vedere spesso e che piaccia. Non anticipo nulla di più perché tutto ha un filo logico.

Storyteller di vita e calcio. Come nasce questa sua passione per la scrittura sportiva e quali sono state le squadre fonte di ispirazione?

Prendo a prestito le parole scritte di una delle persone che considero riferimento professionale e umano: “È complesso spiegare quanto il calcio possa essere mondo, possa narrare silenziosamente storie di vita”.

Il calcio e la narrazione sono quanto di più atavico sia nella vita degli esseri umani. L’uomo è un animale narrante e che ha l’istinto naturale di prendere a calci una palla. E non ha mai avuto bisogno di maestri per farlo, cosa di cui adesso sia la scrittura che il calcio hanno una bulimica abbondanza.

Il calcio è il secondo motivo di battito cardiaco accelerato dopo l’amore. Ed è il mezzo più democratico di essere insieme; è uno sport di squadra e lo si impara anche per strada con una palla di stracci, non distingue, non discrimina. Al massimo “quello scarso va in porta”.

Questo ovviamente se parliamo del calcio lontano da certi ambienti sovrastrutturati e pieni di genitori ambiziosi. Mi riferisco al calcio di strada.

Le mie fonti di ispirazione sono tuttora le stesse squadre per cui faccio il tifo e sono anche troppe. Amo la Samp perché amo Genova, tifo per il Palermo e ho scritto una parte dell’inno ufficiale, ma nel mio cuore ci sono anche il St. Pauli, l’Athletic Bilbao e il Loch Ness, di cui ovviamente ho anche le maglie.

La NR – Ennerre è stato un marchio storico nel mondo dell’abbigliamento sportivo con la firma di maglie delle più grandi squadre del campionato più bello del mondo. Perché il “vintage” sta tornando così di moda nel calcio moderno?

Perché abbiamo bisogno di quelle certezze dentro le quali non sapevamo di essere felici.

L’odore della canfora di chi giocava, gli spogliatoi con le piattaforme in legno. Ma non solo: quelle luci mogie dei soggiorni in inverno mentre facevamo i compiti, quella sensazione di protezione che davano le case con quell’arredamento che a vederlo adesso ci dà malinconia se qualcuno ce l’ha ancora in casa.

Gli amici e le regole del calcio assurde, che potevi vincere 20-0 ma “chi segna adesso vince” mentre i genitori strillavano di tornare a casa. La NR era lì in mezzo. Era la stoffa della nostra crescita. Avere una maglia con quel marchio significava somigliare ai campioni che la indossavano in serie A.

Nicola Raccuglia è stato inclusivo senza sapere di esserlo, ci ha compresi tutti, il suo marchio diceva proprio “anche tu puoi sognare e vincere il tuo piccolo torneo di quartiere come Maradona vince lo scudetto a Napoli”.

Noi siamo stati questa generazione che ha visto la lana pesante delle divise e l’ultra tech delle maglie moderne, come è passata dalla vita in strada agli smartphone. Sono appunto Nostri Ricordi. NR.

Quali date dello spettacolo sono previste e dove possiamo venirvi a vedere? Ci sono altri progetti in cantiere?

 Al momento abbiamo tante richieste e stiamo cercando di capire come organizzare un tour. Siamo pur sempre tre persone che “tengono famiglia” e non pensavano che una cosa nata per divertimento attecchisse così.

Faremo un calendario appena avremo la conferma delle varie date che ci sono state proposte. Intanto se qualcuno ci vuole siamo a disposizione, basta scriverci alla mail info.inostriricordi@gmail.com e concordiamo una data insieme molto volentieri.

I progetti futuri sono anche individuali perché noi siamo un trio che si riunisce come fosse una rimpatriata tra fratelli lontani. Io il 16 dicembre sarò a Lodi con due monologhi per uno spettacolo di beneficenza della Fondazione Danelli che si occupa di ragazzi con neurodiversità, Emilio è in via di uscita con il suo nuovo romanzo che ho letto in anteprima ed è molto bello, Diego porta avanti i suoi spettacoli teatrali, ultimo “Sogno di una notte di mezza estate”.

Ovviamente tra i progetti futuri che abbiamo c’è principalmente il nostro passato, anzi, i Nostri Ricordi.

Sarà un piacere scoprire questo spettacolo e le date del prossimo tour. Intanto alcune informazioni sugli ideatori.

Ettore Zanca, storyteller di vita e calcio, tifa Palermo, Samp e una marea di squadre assurde e strane come il St Pauli e il Loch Ness FC, collabora con varie testate giornalistiche e insegna narrativa emozionale per scuole e aziende di comunicazione. Ha scritto tre romanzi: “E vissero tutti feriti e contenti” e “Santa Muerte” con Ianieri Edizioni e “L’oceano oltre la Rete” con
Arkadia. Il suo cuore batte per due o tre ragioni fondamentali: tra queste, subito dopo quelle primarie, ci sono Genova e il calcio.

Emilio Limone, giornalista pubblicista, sin dall’adolescenza collabora con testate, televisioni, agenzie, riviste istituzionali e uffici stampa. È tra le firme di alcuni prodotti editoriali dell’Arma
dei Carabinieri. Organizza e presenta spettacoli ed eventi pubblici. È stato premiato nell’ambito di concorsi letterari per la poesia e i racconti brevi. Dopo una raccolta di poesie e un saggio
sulla storia letteraria dei carabinieri, nel 2024 pubblicherà il suo primo romanzo.

Diego Colaiori è autore, attore e regista. Laureato in Lettere moderne, ha sempre inseguito due grandi passioni, il teatro e la scrittura. Conduce laboratori teatrali; i suoi spettacoli si ispirano
al teatro di narrazione e il suo romanzo d’esordio, “La vecchiaia buffa”, è un piccolo omaggio al realismo fantastico. E, se gli chiedi perché ami fare questo risponderà: «Perché mi piace
leggere!».

 

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