domenica, 5 maggio 2024
INTERVIEW

Adrian Ricchiuti: “Ricordatemi come un uomo che ha esaudito i suoi sogni”

“L’esordio è stato molto difficile. Mi sembra che i giocatori debbano fare una doccia fredda e darci dentro molto di più di quanto hanno dato dentro oggi. Mi sembra che non hanno capito quanto difficile sia questo campionato e non hanno capito che devono vincerle tutte fino in fondo”. Queste le parole rilasciate ai microfoni della RAI da parte di Lapo Elkann, al termine della prima giornata di Serie B, stagione 2006/07.  

Il match: Rimini – Juventus 1-1, il primo post scandalo “calciopoli”. Nella Juventus dei neocampioni del mondo Buffon, Del Piero e Camoranesi va a segno ad inizio ripresa il centrocampista Matteo Paro. Più tardi, a rovinare la festa ai bianconeri ci pensa Adrian Ricchiuti, argentino classe ‘78 trasferitosi nel Bel Paese a soli 12 anni insieme a tutta la famiglia. Abbiamo avuto l’occasione di raggiungerlo e di farci raccontare un po’ di tappe della sua carriera, proprio a partire da quella storica marcatura.  

Rimini – Juventus 1-1. Un gol che per certi versi è rimasto alla storia. Lo consideri il punto più alto della tua carriera o ci sono altri episodi? 

“Contro la Juve è stato sicuramente un gol pesante e storico da un certo punto di vista, ma tutti gol sono belli non solo quelli contro le grandi squadre come la Juventus. Ho sempre esultato ad ogni gol come fosse il primo perché, come dico sempre, segnare è tanto difficile quanto fare una grande parata, un salvataggio decisivo per un difensore, ecc… Sicuramente è stata un’emozione forte ma come tante altre che ho vissuto nella mia carriera, piccola o grande che la si voglia considerare. Lo metto alla pari con gli altri, nonostante abbia avuto un risalto maggiore” 

Ternana, Genoa, Pistoiese, Catania… di squadre ne hai girate tante ma alla fine il tuo cuore ha scelto Rimini. Cos’è che ti ha fatto innamorare della società e della città? 

“Cosa mi ha fatto innamorare? È stata la città in cui sono stato di più e in cui abito tutt’ora, il posto che mi ha fatto conoscere nel mondo del calcio. Mi sono trovato bene in tutte le città in cui sono stato, ma alla fine a Rimini son rimasto per undici anni e mezzo da calciatore ed è dove ho deciso di andare a vivere; quindi, è quella a cui sono maggiormente affezionato. L’unica cosa di cui sono certo è che ho cercato di dare il massimo in ogni squadra e città per cui ho giocato, in generale sono sempre stato trattato bene e mi sono sempre trovato a mio agio.” 

Ultimamente la Romagna tutta è stata al centro delle notizie per i violenti nubifragi che si sono abbattuti sulla regione, costringendo gran parte della popolazione a rimboccarsi le maniche per liberare strade, edifici, macchine dal fango. Come hai vissuto quei giorni? 

“Nella sfortuna, siamo stati fortunati: Rimini non è stata toccata. Un grosso dispiacere per tutta quella gente che ha perso tanto. C’è chi ha perso la casa, chi i familiari, la macchina, gli animali… è una tragedia. Sicuramente si è cercato di dare una mano ove possibile per chi era maggiormente in difficoltà. In generale l’abbiamo vissuta molto male. Rimini non è stata toccata, ma tutto il mio calore a coloro che sono stati colpiti da questa calamità” 

La tua ultima parte della carriera da professionista l’hai vissuta nel campionato di San Marino, esordendo anche nel primo turno preliminare di Champions League. Che emozione è stata e che realtà è il campionato di San Marino? 

“La Champions è stata una grande occasione che mi è stata concessa dal direttore Bollini (Gianluca Bollini, Direttore Sportivo de La Fiorita dal 2017 al 2022) a La Fiorita. Sono state partite bellissime. Il campionato sanmarinese ha la fortuna di essere un campionato che economicamente vede tante squadre potersi permettere giocatori italiani e, in generale, europei che stanno facendo bene.

Tanti passano per San Marino, è una realtà con un grande margine di crescita e stanno facendo tanto proprio per raggiungere questo obiettivo. In più, adesso hanno una squadra nella Serie D italiana, che è la Victor San Marino e come Direttore Sportivo hanno proprio lo stesso Bollini, che sta cercando di riportare il calcio professionistico a San Marino. Gli auguro tutto il bene possibile, a lui e a tutto il calcio sanmarinese, mi ha reso possibile un’esperienza che non dimenticherò mai” 

Come ti piacerebbe essere ricordato da uomo e da calciatore? 

“Mi piacerebbe essere ricordato come un bravo ragazzo, un giocatore che ha esaudito i suoi sogni. Adesso sto cercando di intraprendere la vita da allenatore anche se non è facile, anzi, è difficile. Voglio essere ricordato come una brava persona, il resto mi interessa poco: posso essere considerato un buon giocatore o uno scarso, l’importante è essere ricordato come uomo. Questo basta e mi avanza, ripaga tutto l’affetto che ricevo. In ogni città dove ho giocato vengo salutato e questo mi fa molto piacere: vuol dire che ho lasciato, nella mia carriera, qualcosa di importante a livello umano in giro per l’Italia. Sono molto grado al calcio: mi ritengo fortunato ad aver militato in tutte le categorie, non è facile e molti ragazzi non ce l’hanno fatta. Ho giocato anche in Serie A, un poì per fortuna un po’ perché c’ho creduto e Dio a livello tecnico m’ha dato qualcosa. Tutto questo insieme mi ha fatto realizzare un sogno che avevo sin da bambino e proprio a loro mi rivolgo: l’unica cosa che dico ai bambini e che ci devono credere. Devono credere in quello che fanno e impegnarsi giorno dopo giorno, perché nessuno ti regalerà mai niente; dare il 100% in allenamento e migliorare costantemente. È importante fare tanti sacrifici, soprattutto all’inizio, ed è quello che tanti non capiscono: in molti pensano che fare il calciatore sia una passeggiata invece è necessario sacrificarsi per quantomeno provare a giocare ad alti livelli.  

Grazie a tutti, un abbraccio” 

Luca Pellegrini 

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