martedì, 30 aprile 2024
CULTURE

L’arte come sfondo della quotidianità. Intervista allo Street artist PiskV

Inserito da Forbes nella classifica dei top 100 innovatori del 2023, nella sezione Art & Style, Francesco Persichella (in arte PiskV) è un architetto e visual artist. Nato a Bari nel 1993, si è trasferito a Roma dove, nel 2017, si è laureato con il massimo dei voti in Progettazione Architettonica.

Specializzato nella realizzazione di murales, tra quelli più importanti annovera quelli dedicati ad Alberto Sordi, Lino Banfi e Carlo Verdone. PiskV ha raggiunto una buona notorietà anche per le sue opere in ambito sportivo, in particolar modo per quelle legate al mondo del basket, riuscendo ad ottenere diverse collaborazioni con NBA. Ce ne parla in questa intervista:

Innanzitutto raccontaci chi sei e cosa fai per presentarti ai nostri lettori.

 Sono Francesco Persichella, in arte PiskV,  faccio l’architetto e lo street artist. Nato nel 1993 e quindi a breve trentenne.

La mia attività principale è proprio quella dello street artist quindi lavoro come artista nel contesto urbano e mi diverto a realizzare opere di grande scala: che sia la facciata di un edificio, un muro o la superficie di un campo da basket cerco di esprimere la mia creatività legandomi ad un contesto urbano, sociale nonché culturale dato che la caratteristica principale dell’arte di strada è quella di essere side specific: più ci si lega al contesto dell’area in cui si dipinge, più il lavoro è centrato, unico ed irripetibile; può esistere solo per il luogo in cui è stato creato.

Come si passa da un foglio di carta ad un muro?

La differenza non è così grande come può sembrare: tutto sta nelle proporzioni e nell’aver un buon metodo per scalare il disegno qualsiasi sia la superficie; che sia un foglio di carta o che sia un muro, quando bisogna realizzare un’opera si fa una costruzione.

Ecco, questa è fondamentale per dipingere, anche sulla facciata di un edificio, un disegno o una qualsiasi altra cosa mantenendo le giuste proporzioni. Io, solitamente, costruisci il disegno attraverso una griglia di quadrati che applico sia sulla bozza (su carta o in digitale) sia sul muro.

Partendo da questa, posso permettermi di scalare il disegno facilmente e replicarlo in qualsiasi dimensione.

 

Quali sono le tue fonti di ispirazione per la creazione di un’opera?

La mia fonte d’ispirazione principale è proprio il muro: parte tutto dalla mia superfice di partenza, bianca o colorata che sia.

Avendo una forma mentis da architetto, mi piace pensare un’opera partendo proprio dal contesto urbano: le linee, le forme, i colori di ciò che mi circonda; l’obiettivo è arrivare a compiere un’opera che sia davvero radicata nel posto in cui viene creata.

Poi cerco di lasciarmi ispirare dal tema dell’opera. Questo, in breve, è il mio processo creativo: parto dal muro, continuo col tema e poi lascio che la mente viaggi libera nella creazione dell’opera.

Entrando nello specifico quali sono le tue tecniche preferite? Queste cambiano in funzione delle dimensioni dell’opera?

Non ho preferenza particolari, scelgo la tecnica in funzione del linguaggio che voglio dare all’opera ma soprattutto a seconda della superficie su cui sto lavorando.

La dimensione non influenza molto, è più una scelta stilistica: con il pennello e le vernici si riesce a sfumare meglio, utilizzando una tecnica quasi pittorica appunto, potremmo dire “da quadro”; con gli spray il tratto segue maggiormente lo stile urban street e quindi risulta più idoneo a delle opere realizzate per strada.

Io personalmente adopero queste due tecniche insieme, a volte anche sullo stesso muro. Ogni opera ha una storia a sé, dipende molto da quello.

 

Tra gli street artist c’è qualcuno che segui in particolare e perché?

 Seguo molto in generale tutto il movimento della street art, non ho un vero e proprio preferito. Mi piace molto osservare le tecniche e i linguaggi degli altri, anche per avere nuove ispirazioni.

Per me l’arte è bella in tutte le forme, quindi apprezzo ogni artista che si cimenta nel proprio campo. Ne seguo tanti in tutto il mondo, ma devo dire che in particolare a Roma ce ne sono tanti che hanno fatto la storia di questo movimento.

Sono dell’idea che quando fai questo lavoro è molto importante osservare: tutto quello che ti porti dentro prima o poi ti torna.

Tra i lavori in ambito sportivo c’è qualcuno al quale sei particolarmente legato?

 Se ne devo nominare uno, direi senza dubbio quello che ho realizzato in tributo a Kobe Bryant. Un lavoro che ho fortemente voluto e che ho autofinanziato per regalare un ritratto di questo campione alla città di Roma.

Un tributo che sentivo fortemente: era uno dei miei giocatori preferiti, ho sentito di fare quello che, tra l’altro, è stato fatto in centinaia di città da altrettanti artisti.

Mi ha fatto molto piacere sapere che questo lavoro è stato apprezzato anche oltreoceano.

Un altro lavoro a cui sono fortemente legato è quello realizzato in collaborazione con Red Bull a San Lorenzo, forse quello che per ora ha avuto più successo a livello internazionale.

È stato un grande lavoro collettivo, i ragazzi che quotidianamente frequentano il campo mi hanno aiutato: insieme abbiamo dato vita un’opera che ha caratterizzato fortemente il territorio sul quale è sorta e che viene vissuta tutti i giorni, diventando così un’opera vissuta.

L’ultima opera che ti cito è quella realizzata per NBA. Il coronamento di un sogno: essere contattato da NBA per realizzare un’opera a tema basket nella città di Roma, dove abito da tempo e della quale ormai mi sento figlio, per me è una grandissima soddisfazione professionale.

Che esperienza è stata quella con NBA Italia?

Un’esperienza fantastica: un sogno che è diventato realtà, come ti dicevo. Mai mi sarei aspettato di poter collaborare con la massima lega americana, da appassionato di basket è una di quelle cose che ti restano dentro. Per me è stato un privilegio essere stato scelto come artista per rappresentare l’Italia.

Sono stato contattato da NBA Europe  per questo progetto, il quale ha coinvolto 5 paesi europei ed un’artista per ogni paese: Spagna, Francia, Grecia, Inghilterra e ovviamente Italia.

Mi è stato chiesto di raccontare come venisse vissuta la pallacanestro in Italia, ricollegandomi alla celebrazione del 75esimo anniversario dell’NBA. Abbiamo quindi scelto di rappresentare il team che, più di tutti, ha avuto una componente italiana nella vittoria del titolo NBA, quindi gli Spurs di Ginòbili e Belinelli, ove quest’ultimo è forse il giocatore italiano più famoso a livello mondiale, mentre Ginòbili è un giocatore argentino di origine italiana che partendo da Bologna è arrivato a vincere l’NBA.

Il murales è stato dedicato ad un ragazzo di Roma scomparso, Valerio D’Angelo, un grandissimo giornalista sportivo esperto di basket che aveva questi due tra i suoi giocatori preferiti: un modo per rendergli onore e chiudere il cerchio.

Tornando alla mia esperienza, è stato bellissimo lavorare con NBA. Ho avuto inoltre l’onore di collaborare ancora con loro per un’illustrazione in occasione degli NBA Abu Dhabi Games del 2022: un murales realizzato di fronte ad un campo di minibasket all’interno di Villa Blanc. Sapere che i ragazzi che giocano lì ogni giorno possono avere davanti il mio murales, e quindi sognare ad occhi aperti, è forse la mia gratificazione più grande.

Con la tua arte qual è il messaggio che vuoi inviare?

Mi ricollego a quanto appena detto: mi piace lavorare per strada perché mi permette di realizzare delle opere fruibili al pubblico, sempre ed in maniera gratuita. Sento anche la responsabilità di lasciare un messaggio, o comunque di creare un’opera apprezzabile da quante più persone possibile.

Mi piace in particolar modo quando un’opera nasce dal contesto sociale-culturale del posto, quindi racconta anche un po’ di storia del posto e quindi quando interagisce con ciò che la circonda, diventando parte del contesto urbano e venendo vissuta.

Ad esempio, il campo da basket e lo skate park realizzati per Red Bull sono due opere calcate quotidianamente dagli sportivi che praticano in quel determinato luogo; altre opere possono invece semplicemente fare da sfondo all’attività, come nel caso di Villa Blanc.

Più che lasciare un messaggio, vorrei che le mie opere diventassero lo sfondo della vita di tutti i giorni delle persone ed entrassero in piena sintonia con la città.

 

Segui le sue opere su Instagram.

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