venerdì, 19 aprile 2024
CULTURE

Il linguaggio ironico dello sport nelle illustrazioni di Giorgio Mozzorecchia

Giommoz – Illustrator, lo abbiamo conosciuto e scovato così sul suo profilo Instagram. Un ‘artista, un illustratore, che fa delle sue creazioni un mix di creatività, attualità, con un pizzico di ironia. Le sue illustrazioni spaziano dal calcio, al tennis, alla passione per l’NBA e allo sport in generale. Abbiamo intervistato Giorgio Mozzorecchia.

Partiamo dalle presentazioni. Raccontaci chi sei!

Ciao! Sono Giorgio, marchigiano espatriato a Barcellona da ormai dieci anni. Di lavoro faccio il grafico, e l’illustrazione é la mia grande passione sin da piccolo.

Continua ad esserlo e credo che in parte il merito di ció sia per il fatto di non averlo mai trasformato in un lavoro full-time, cosa che mi consente di concedermi ancora il lusso di sedermi a disegnare quando ne ho voglia e senza pressioni esterne, e anche approcciare i progetti in cui vengo coinvolto con una dose di entusiasmo che probabilmente non avrei se si trasformasse in una routine.

Se dovessi scegliere le tre illustrazioni a cui sei più affezionato quali indicheresti?

Più che illustrazioni singole, sono molto legato ai lavori che ho fatto per L’ultimo Uomo, con la rubrica “… per principianti”, e per Tacchettee con le carte “Goliardico”. Sono fan della prima ora di entrambi, e avere avuto l’opportunitá di lavorare con loro è stato molto gratificante e divertente. Spero di avere modo di lavorare ancora a progetti cosí.

Come terzo progetto, e per parlare di uno personale, devo dire che sono molto contento del risultato e del riscontro dell’ultima serie di illustrazioni riguardanti il mondiale di calcio maschile di dicembre. È dove ho sperimentato un piccolo cambio di stile, e sono contento del risultato.

Dove prendi l’ispirazione per le tue illustrazioni? A cosa ti ispiri?

Nello sport, la mia “formazione” è soprattutto calcistica, è lo sport che seguo e che ho seguito di piú, ma ho anche una grande passione per il tennis e, più ad intermittenza, per la NBA.

Poi sono anche un grande appassionato di hiphop e di musica in generale. Credo che traggo ispirazione soprattutto da queste forme d’arte, e in effetti scorrendo il mio profilo i temi sono sempre un pó quelli.

Cerco di dare sempre un’aria ironica e/o allegra alle illustrazioni, e quindi seguo anche cosa succede a livello d’attualitá nello sport, da cui posso trarre ispirazione quando ci sono notizie o avvenimenti che attirano la mia curiositá.

Ti abbiamo intercettato su Instagram con le tue illustrazioni e grazie al progetto con cui collabori Tacchettee. Di cosa si tratta?

Con i ragazzi di Tacchettee abbiamo iniziato a collaborare quando mi contattarono per Goliardico.

Ci seguivamo a vicenda, sembra (come dicevo poco fa, io ero già loro fan da un pò), e mi sembrò incredibile essere contattato da loro. Un’opportunitá unica e davvero il progetto piú divertente a cui abbia avuto modo di lavorare. Si tratta di 54 carte da gioco il cui tema era la Serie A degli anni ’90, quindi illustrazioni di tutti gli idoli della mia infanzia e adolescenza. Davvero un progetto molto gratificante.

Entriamo nel tecnico o meglio continuiamo a conoscerti meglio. Come definiresti il tuo stile? Le tue illustrazioni!

Sinceramente mi risulta difficile parlare a livello tecnico del mio “stile”, e mi imbarazza anche un pó parlare del “mio stile”.

Posso dire che sono 100% autodidatta, e quando riesco a ritagliarmi del tempo, mi piace provare cose nuove, magari prendendo ispirazione da gente che considero maestri dell’illustrazione, da cose che vedo in rete ecc.

In generale direi che punto su uno stile vivido, con colori accesi e un linguaggio il piú ironico possibile. Stiamo pur sempre parlando di calcio e sport in generale, e mi sembra ci sia giá fin troppa serietà intorno, e ci si dimentica troppo spesso del lato “giocoso” della questione.

Chiudiamo con una domanda banale probabilmente quanto concreto: quanto lavoro e studio c’è dietro un’illustrazione?

Devo dire che non troppo, alla fine considero che la parte più difficile ancora oggi per me sia raggiungere un grado soddisfacente di riconoscibilità del giocatore o sportivo ritratto, ma una volta raggiunto questo obiettivo tutto il resto è abbastanza organico; dai primi schizzi posso già capire in che direzione andrà a parare l’illustrazione, e per i dettagli più “tecnici” come la colorazione, l’anatomia, le ombre e altre cose, so che ho ancora molto da imparare e questo mi da lo stimolo per continuare; considero ogni nuovo disegno una nuova lezione da cui posso imparare qualcosa di nuovo o rafforzare dei possibili punti deboli del mio lavoro.

In linea generale peró, riesco ancora a disegnare per divertimento e questo per me non ha prezzo.

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