venerdì, 19 aprile 2024
INTERVIEW

Legio XIII Roma, alla scoperta del Football Americano capitolino.

Andiamo alla scoperta del Football Americano grazie all’intervista al Presidente Giacomo Tancioni della Legio XIII Roma.

Un mondo che non conosciamo e vogliamo esplorare grazie a te. Innanzitutto, come nasce il progetto Legio XIII Roma? Quali i valori sul quale poggia l’associazione? 

Il progetto Legio XIII nasce nel 2008, a realizzarlo sono stati ex giocatori di alcuni team soprattutto di Ostia. Poi sulla carta come ASD fu fondata nel gennaio 2010. Da allora ne sono presidente e continuo a portare avanti il tutto con Marco Bozzarini che è il Direttore Sportivo insieme a coach e staff incredibili.

Da qualche anno siamo presenti sulla scena del football italiano praticamente in tutte le categorie dalla senior alle junior sia nel tackle che nel flag. Abbiamo portato tantissimi ragazzi e ragazze ad avvicinarsi al nostro sport. Che stiamo procedendo nella giusta direzione lo dimostra che team importanti di prima divisione ci cercano per far giocare i loro ragazzi e condividere esperienze. Stiamo imparando molto da questi teams

Fin dall’inizio le fondamenta Legio XIII sono state, condivisione e dare possibilità a più ragazzi possibili di fare questo sport.

Ci siamo immersi nel sociale, sposando progetti come Sport Senza Frontiere ONLUS e supportando progetti di UNAR o UNHCR. Abbiamo accolto e aiutando chi non poteva fare sport facendolo venire al campo. In questo periodo fa parte del Team Angelo, ragazzo con sindrome down che ha giocato questa estate a Flag nella U17 e si appresta a giocare a Tackle nella nostra U18.

Fa bene a lui ma soprattutto a noi e ai nostri ragazzi condividere e crescere con ragazzi incredibili come Angelo.
Ora il sogno principale è un campo nostro, attualmente ci alleniamo al Totti Sporting Club, ma un “Legio XIII Field” non ci dispiacerebbe affatto.

Dalla metà di quest’anno, siamo entrati in ROMA SPORTS NETWORK, consorzio, costituito da 13 società sportive di vertice romane, rappresentanti 10 discipline sportive, con la finalità di promuovere, sostenere e diffondere una nuova cultura dello sport e un nuovo modo di fare sport nella capitale.

Dalla squadra alla tua esperienza. Come e dove nasce la tua passione per il Football Americano? 

Nasce ad inizio anni ’80 con le partite date su tv private, la prima in assoluto che vidi fu Miami Dolphins – San Francisco ’49. Tutto parte da qui.

Mi piacque talmente tanto che decisi di trovare una squadra dove giocare, all’epoca avevo 16 anni, i teams dell’epoca erano solo a Roma e allora con altri ragazzi decidemmo di dar vita a un Team di Ostia e nacquero gli U-Boats. Da allora questa passione ancora non è passata.

Anzi è aumentata anche grazie al fatto che mio figlio gioca (attualmente nella U15) e sono riuscito a coinvolgere mia moglie che è diventata da poco vice presidente del team.

Qual è oggi la dimensione di questa disciplina nel nostro Paese? Quanto ancora bisogna lavorare per diffonderlo? 

Il football americano in Italia secondo me è in una fase di stallo, complice anche la pandemia che ne ha fortemente rallentato lo sviluppo. Molti team hanno “sofferto” le prolungate chiusure e limitazioni degli ultimi anni. Molti progetti si sono fermati, molti erano anche legati a scuole e conseguentemente non hanno potuto avere sviluppo.

Noi al contrario di molti siamo rimasti in contatto con i nostri atleti e seguendo tutte le procedure previste siamo riusciti a portare avanti attività di base che ci ha permesso di sopravvivere e presentarci con un discreto numero di ragazzi ai campionati fatti sia a livello junior che senior.

Servirebbe una maggiore visibilità, la FIDAF, la nostra Federazione lavora molto con le nazionali, la nostra senior tackle è campione d’Europa in carica, il flag sia a livello junior che senior è ad altissimi livelli ma si fa poco secondo me per i team per lo sviluppo omogeneo delle squadre sul territorio nazionale.

Il sud ha pochissimi team e a livello giovanile praticamente il football si ferma a Roma se non in sporadici casi. C’è molto da fare sicuramente.

Miti ed icone. A livello italiano quali sono i principali giocatori? Quelli più “quotati”.

Ci sono molti giovani a tenere d’occhio in Italia, gli attuali campioni in carica della IFL, i Guelfi Firenze hanno degli ottimi giocatori su tutti credo spicchi il QB Andrea Fimiani.

E non dimentico Jordan Bouha, campione d’Europa con il Blue Team e neo campione ELF (le lega europea che sta crescendo in modo davvero interessante) con i Vienna Vikings. Ma ce sono molti altri che escono dalle scuole di Team blasonati ogni anno.

Capiamo che la NFL è un’altra dimensione, ma quali sono invece i giocatori che personalmente ammiri e perché?

Già quello è altro livello rispetto al nostro, ma a parte giocatori della “mia epoca” che militavano negli Steelers di cui sono tifoso, direi che quello che ammiro, è potrà sembrare scontato, è Tom Brady.

Longevo e vincente. Mi piace la sua mentalità. A un certo punto della sua a carriera che sembrava oramai finita ha cambiato team e è andato a vincere anche li, dando la vittoria a una franchigia che non aveva record vincenti da anni.

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