Beard Painter by Marco Pini, quando l’illustrazione sportiva diventa arte.

Innanzitutto raccontaci chi sei e come nasce questa tua passione per il mondo della grafica. Come hai inizio tutto?
Ciao, io sono Marco, ragazzo 30enne di Firenze che è riuscito a trasformare le sue passioni in un lavoro. Parlo al plurale perché, oltre ad essere appassionato di grafica, sono sempre stato innamorato dello sport (non solo del calcio, di ogni tipo di sport).
A raccontare come ebbe inizio tutto sembra un film. Facevo il receptionist part-time in un hotel del centro di Firenze e, nei tempi morti durante il lavoro (mi era concesso), mi divertivo a customizzare foto con i programmi Basic che ogni computer ha (Paint per esempio). Mia sorella intravide della passione e decise di regalarmi un computer portatile e un abbonamento a photoshop per quel Natale.
Immaginiamo che come tutti in ogni settore ai dei punti di riferimento o addirittura idoli. Chi è o chi sono i tuoi e perché?
Il mondo del digital è un mondo in continua evoluzione, non ho idoli semplicemente perché ogni giorno scopro cose più fighe. È un processo particolare, l’innovazione porta alla realizzazione di cose che, giusto qualche mese prima, si pensava irrealizzabile. Detto questo esistono degli artisti in giro per il mondo che sono spaventosamente bravi. Ne cito due che fanno cose diverse dalle mie ma che amo seguire assiduamente: Caricaturella e Emilio Sansolini.
Il tuo stile. Come nasce e soprattutto come lo definiresti?
Ho iniziato a disegnare utilizzando una tecnica chiamata “faceless” e ho cominciato proprio disegnando la mia immagine profilo. Avevo una mia foto con cappello di lana e ho una barba lunga; pensai che i dettagli, in quel caso, sarebbe stato figo notarli in tutto ciò che non era volto. La cosa piacque e da lì passai a disegnare volti di personaggi famosi con questa tecnica.
Nel tempo poi, per esigenze e per ispirazione, sono passato al disegnare anche i tratti del volto.
Tra tutti i tuoi lavori c’è qualcuno che ti ha particolarmente soddisfatto? Indicaci alcuni dei tuoi preferiti
Sono nato e vivo a Firenze. In questa piazza abbiamo, da poco, vissuto un dramma che tutti gli appassionati di calcio (e non solo) conoscono bene. Quando ACF Fiorentina mi commissionò l’illustrazione di Davide Astori, nel giorno del suo compleanno, fu difficile ma bellissimo. Sono particolarmente legato a quella realizzazione.
Altre due illustrazioni che ricordo con piacere riguardano due avvenimenti sportivi extracalcistici: Matteo Berrettini che raggiunge la finale di Wimbledon e Filippo Tortu che vince lo sprint della 4×100 a Tokyo.
Entriamo nel dettaglio del tuo lavoro. Qual è il processo che ti porta alla realizzazione di una grafica? Quali software utilizzi in particolare?
Il processo che porta alla realizzazione di un’illustrazione non so spiegartelo bene. Si tratta di tracciare con una penna digitale le forme che compongono una foto. Un livello sopra l’altro (ti assicuro che si arriva ad ottenere un numero di livelli a 3 cifre) si ottiene il risultato finale.
I software che utilizzo per illustrare sono Adobe Illustrator e Adobe Photoshop. Il primo permette di creare delle illustrazioni in formato vettoriale, il secondo mi consente maggiore libertà di editing.
Ti piace di più creare immagini “uniche” tramite la foto manipolazione partendo da più elementi oppure la realizzazione di arte vettoriale?
Ho cominciato a creare manipolazioni da pochissimo tempo, quest’estate non avevo idea di come si potesse realizzare un qualcosa di simile. Come ti ho detto, però, sono appassionato e mi sono avvicinato a quel mondo.
Confronti con ragazzi che sono specializzati in questo e tantissime ore di prove al computer mi stanno portando ad ottenere qualche risultato anche con questa tecnica e devo dire che la cosa mi diverte parecchio.
Il primo amore, però, è l’illustrazione e rimarrà sempre il preferito.
Le tue immagini vettoriali non presentano molti dettagli, è una scelta stilistica? Per arrivare al risultato finale utilizzi un solo software oppure ne combini più di uno?
Dipende… Diciamo che ogni illustrazione ha una storia a sé. Non sono una mano che arricchisce troppo l’area di lavoro, perché amo dare risalto a pochi tratti riconoscibili. Essendo, poi, un lavoro è chiaro che si va incontro anche a quelle che sono le esigenze.
Durante il calciomercato, per esempio, si deve cercare di ottenere il miglior risultato nel minor tempo possibile.
Non dimentichiamoci, poi, che l’illustrazione è comunque un disegno digitale e non deve diventare la copia di una foto (a gusto mio).