sabato, 20 aprile 2024
CULTURE

Un viaggio, una passione, un libro. “Il mio viaggio in Inghilterra” di Ivan Ambrosio

Il viaggio, il blog ed oggi il libro, da dove nasce la tua voglia di viaggiare e comunicare?

Nasce dalla mia voglia di scoprire l’Inghilterra perché guardavo sempre le partite del calcio inglese in TV, le foto sui vari giornali come il Guerin Sportivo, ma anche sui social. Circa 7-8 anni fa ripetevo a me stesso “io voglio andare lì e giocare in Inghilterra”. Non ho mai avuto la possibilità di realizzare questo sogno calcistico. Mi sono allenato con una squadra inglese ma non ho avuto mai la possibilità di esordire.

Da lì ho iniziato a viaggiare molto, sono riuscito a visitare circa 300 stadi e ho visto più di 130 partite. Poi nel tempo è nata l’idea della pagina Facebook “Il mio viaggio in Inghilterra”, poi del Blog e infine eccoci alla fine con la pubblicazione del libro. La voglia di comunicare nasce proprio da qui, dal dovere di far conoscere a tutti gli appassionati il mio viaggio, le mie impressioni, le miei gioie e i miei fallimenti. Un qualcosa da condividere con tutti e non da tenere solamente nell’album dei ricordi.

Ti definisci un hard worker, quanto lavora c’è dietro alla realizzazione del libro e come nasce questa idea?

C’è tantissimo lavoro dietro questa idea. In primis ci sono tutti i viaggi che ho fatto, basti immaginare i 32 stadi visitati tra Inghilterra, Scozia e Galles. Ci sono le sveglie che suonano all’alba o nel cuore della notte. I sacrifici al lavoro per guadagnare il budget da rinvestire nel progetto. La scrittura del libro, la stesura, le revisioni, la paura di non farcela e di non trovare un editore.

L’idea nasce dall’interesse sempre più crescente delle persone che mi seguivano sui social. Inizia a leggere molti libri sull’argomento e mi accorsi che non esisteva un vero e proprio libro che parlasse del calcio inglese. Da qui nasce l’idea del mio libro per colmare questo vuoto, mi sono detto “devo scriverlo io”! Tanti piccoli passi, tanti sacrifici per vedere realizzato questo mio grande sogno della pubblicazione.

Parli tu stesso di alcune tappe fondamentali, quali sono le principali?

Se parliamo di tappe di vita è stato un percorso graduale il mio. La prima volta nel 2013 sono stato a Londra a 19 anni dove ho fatto i conti con il mio primo fallimento. Due anni dopo sono ripartito per il Parco Nazionale dei Laghi, Lake District. Un piccolo paesino patrimonio dell’Unesco è stata un’esperienza bellissima.

Dopo 1 anno mi sono trasferito a Manchester dove mi sono formato e dove ho faticato anche molto lavorando in un Mc Donald’s. Poi sono tornato a vivere per tre anni a Londra dove c’è stata l’esplosione di tutto , dove ho avuto modo di sperimentarmi come persona. Mi sono relazionato con ogni tipo di persona e cultura, ho lavorato al Chelsea. Ogni luogo ha avuto un ruolo fondamentale come crescita personale e professionale.

Dai luoghi agli incontri indimenticabili. Vogliamo sapere quali ti sono rimasti nel cuore e perché?

Sotto l’aspetto calcistico sicuramente Leeds con l’Elland Roads, una delle atmosfere più belle dell’Inghilterra. Poi Sunderland, Newcastle con una delle più belle accoglienze  con le persone del posto. Poi Fulham, lo stadio e il quartiere in cui ho vissuto e lavorato per due anni, poi il lavoro al Chelsea e lo Stamford Bridge. Tutto questo ti resta dentro.

Come incontri Sir Alex Ferguson che ho visto personalmente quattro volte, ho anche la sua autobiografia firmata. Poi Pep Guardiola, Jamie Vardy e Claudio Ranieri, Antonio Conte. In assoluto, se proprio devo sceglierne uno, sicuramente la leggenda di Sir Alex Ferguson. Tutti i luoghi e le persone hanno un posto speciale nel mio cuore.

Facciamo conto che incontri qualcuno che non segue il calcio e non conosce la passione degli inglesi. Come gli spiegheresti l’importanza e il fascino che ha il calcio per questo popolo?

Il calcio in Inghilterra è un mood di vita, una cultura, vivere il quotidiano con il calcio e attraverso il calcio. È parte di una famiglia, la storia della città, di una comunità, di uno stadio. Di generazione in generazione.

È un qualcosa che bisogna vivere dal vivo per capire il fascino inglese. Anche io lo ammiravo da lontano ma vivendolo in prima persona me ne sono innamorato. Consiglio a tutti di mettere lo zaino in spalle e partire alla scoperta di questa passione.

Sappiamo che è difficile fare una classifica, ma vogliamo che ci racconti quali sono stati i momenti in assoluto più emozionanti per te sin qui, dall’idea alla realizzazione del libro.

I trasferimenti nelle città. La prima volta a Windermere, l’inizio di questo splendido percorso, è stato veramente emozionante perché mi ha dato l’idea di un progetto che stava per partire.

Poi a Manchester, Londra quando sono tornato nel 2018 con tanta voglia di fare. Sicuramente questi i momenti più importanti. Sono legato più che a momenti, a tutto il percorso che si è costruito passo dopo passo, piccoli frame costruiti con molti sacrifici e rinunce. La gioia più bella è quando scopri tutte le storie delle persone del posto.

Sono legato molto a questi racconti. Se proprio devo fare una classifica al primo posto metto Exeter City una squadra del sud-ovest city con dei ricordi meravigliosi che racconto nel libro. Poi Upton Park Footbal Club dove ho realizzato un sogno che non posso svelarvi perché va letto nel libro, poi il lavoro al Chelsea allo Stamford Bridge, dove durante una cena di Natale del club ho avuto l’onore di conoscere Frank Lampard, un mito per me.

Sono queste le emozioni che porto più nel cuore.

Tutte le altre sono nel mio libro che consiglio di leggere. Successi, fallimenti, incontri non solo calcistici ma di vita.

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