#Esporter – La rubrica de Il Supporter interamente dedicata al fenomeno degli #Esports. Intervista a Salvatore “Sasinho” Di Giacomo.

Ne parlano in molti. Forse tutti. Comunque “troppi”.
E’ considerato il trend del momento. Solo che questo trend dura da diversi anni senza mai “esplodere” del tutto.
I grandi media e la gente comune, sui profili social, ne declama i numeri roboanti e se ne riempie la bocca (perché “è di tendenza”…).
Stiamo parlando degli E-Sports, eSports, Esports e/o Virtual Sports a seconda delle scuole di pensiero e le diverse ortodossie nerd, ovvero di videogiochi elettronici competitivi, un fenomeno che da recenti indagini sembra interessare il 12% della popolazione italiana: circa 6 milioni di persone (wow!) alle quali piace assistere o giocare a livello amatoriale o professionistico alle differenti tipologie di videogioco catalogabili come Esports. Che sia da PC o consolle, da Smartphone, Smart TV o Tablet poco importa: gli Esports tirano un casino!
Nel mezzo di questo acclarato interesse – ancor più roboante se rapportato ai numeri world wide – tante zone d’ombra riguardanti gli aspetti normativi, le diatribe tra community di giocatori, le grandi realtà dell’industria e le istituzioni riconducibili al sistema sportivo tradizionale, che tengono vivo e quanto mai acceso il dibattito aperto sul riconoscimento degli Esports come disciplina sportiva CIO e quindi, per progenia politico-sportiva, in ambito CONI.
Da Il Supporter prende il via una nuova rubrica dedicata a portare un po’ di colore a queste zone grigie, con spirito propositivo e disinteressato, dando voce ai protagonisti dei differenti settori che stanno giocando sul campo, da anni, una lunghissima partita al cardiopalma con l’intento di consolidare la dignità professionale di un movimento che nonostante i fermenti acclarati, rischia di rimanere inespresso rispetto le sue enorme potenzialità economiche e sociali.
1 di 12. Essere #proplayers
12 appuntamenti – uno al mese – con i più autorevoli esponenti tra pro-palyers, manager delle più celebri e vincenti Org. e Team, event organizer, publisher e case di sviluppo, fino ad arrivare ai caster e a quelle personalità di spicco che su mandato CONI stanno lavorando in prima linea al futuro riconoscimento degli Esports.
Cominciamo “a bomba” dando voce e conoscendo più da vicino uno degli e-atleti “Pro” più simpatici e titolati in ambito virtual soccer dell’ultimo biennio in Italia.
Stiamo parlando di Salvatore “Sasinho” Di Giacomo, che lo scorso giugno in coppia con Carmine “Naples17x” Liuzzi, ha bissato la vittoria di BeSports, il campionato di calcio virtuale di LegaSerieB giocato su eFootball (già eFootballPES) organizzato per l’edizione 2021 da WeArena Entertainment.
Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Salvatore che si è dimostrato estremamente disponibile e cordiale ai nostri microfoni, come suo solito del resto.
A voi l’intervista integrale e a presto con il secondo appuntamento di #Esporter dedicato.
Prima di cominciare, giusto qualche domanda per farti conoscere meglio ai nostri lettori de Il Supporter.it.
- Nome e Cognome: Salvatore Di Giacomo
- Nickname: SASINHO_DIGIAC
- Videogiochi Preferiti? Pes e Fortnite
- Film preferito? Il cavaliere oscuro
- Libro preferito? La coscienza di Zeno
- Il tuo idolo da bambino? Kakà
- Sei un Proplayer di…? PES
- Titoli vinti in carriera e altre competizioni di prestigio a cui hai partecipato: due volte campione BeSports, campionato virtuale ufficiale di Serie B e finalista eNazionale FIGC (Coverciano 2020)
- Hobby preferiti nel tempo libero: Padel
- Attuale Status/Professione: laureando
- La scambieresti con una vita professionale interamente dedicata all’esercizio della professione di Proplayer? Risposta Secca: SI o No? No
Scrivi qui la tua “personale” definizione di Proplayer: un giocatore professionista, che si comporti da tale e venga considerato al pari di calciatori e altri sportivi, perché è vero che non c’è un lavoro fisico dietro, ma c’è tanto lavoro, psicologico, tattico, di allenamento e tanto stress dietro gli eventi ufficiali. È un tabù che deve essere decisamente sfatato.
Iniziamo con le domande “serie”…
A che età hai cominciato a interessarti dei videogiochi e quando è sbocciato l’amore per la dimensione competitiva?
Ho iniziato a giocare alla play quando avevo solo 3 anni, con i miei fratelli più grandi. Da allora non ho più smesso.
Di recente avete vinto in coppia per il PISA Sporting Club, la seconda edizione di BeSports, il torneo di calcio virtuale giocato su PES2021 della Lega di Serie B organizzato da WeArena Entertainment. Raccontaci qualcosa di questa esperienza: cosa ti è rimasto più impresso a livello competitivo e dal punto di vista dell’esperienza torneistica?
Sicuramente è stata una bella esperienza, dalla quale ho tratto molte conoscenze. Ho visto come si vive in uno studio televisivo, e devo dire che l’eSports può essere un ottimo prodotto se lavorato in questo modo. A livello competitivo sicuramente è stato gratificante vincere contro Player di altissimo livello e soprattutto difendere il titolo.
Quali sono stati i momenti di maggiore difficoltà incontrati durante il Torneo?
I quarti di finale, c’era molta tensione e infatti siamo riusciti a deciderla solo al 120′ dello spareggio.
C’è stato un episodio in particolare della tua vita che ti ha motivato nel voler diventare un Proplayer?
In particolare no, il fatto però di aver cominciato sin da bambino a giocare a Pes, mi faceva guardare i vecchi proplayer con una sorta di ammirazione.
Hai avuto qualche “maestro” in questo tuo percorso? Se SI, chi è stato e quale il maggiore insegnamento che ti ha trasmesso?
In primis mio fratello dal quale ho preso spunto con uno stile di gioco più ragionato. In secundis Alessandro Impero, altro proplayer del circuito, che è stato un po’ il mio mentore nel momento in cui sono entrato nel circuito competitivo.
Quali sono i momenti di difficoltà più frequenti nell’ambito di una partita o di una competizione e cosa fai per superarli?
Il prepartita nel mio caso porta molta tensione e molta ansia, ma avendo giocato nel museo Coverciano affianco alla maglia sporca di Cannavaro del 2006, ormai riesco a gestirla respirando e pensando positivo.
Te lo avranno chiesto in molti…e noi non saremo da meno (😊): come si svolge la tua giornata tipo in ottica di sessioni di allenamento-gioco? Fai parte di una Org. O curi da solo la tua preparazione?
C’è prima una preparazione tattica, cerco di capire quali punti sfruttare sia della squadra che utilizzo sia del mio stile di gioco. Poi dopo la preparazione tattica, ci sono partite di allenamento con i miei compagni di Team in cui cerco di capire come ottimizzare quella base tattica.
Ci avviamo verso la conclusione stuzzicandoti un po’.
Indicaci le 3 caratteristiche principali che a tu avviso dovrebbe avere un Proplayer di eFottball PES:
- Professionalità
- Skill
- Sfacciataggine
Qual è la caratteristica che invidi al tuo compagno e quale la tua skill meno allenata con cui faresti a cambio?
La tranquillità sicuramente gliela invidio. La mia skill meno allenata che gli ruberei è la fase di non possesso.
C’è attualmente qualche e-atleta che consideri superiore di tutti nel panorama o qualcuno “storico” al quale ti ispiri?
Forse proprio Carmine, il mio compagno di squadra attualmente domina la scena competitiva. A livello “storico” c’è sicuramente Ettorito che è da prendere come esempio.
A tuo avviso, quanto può durare una carriera da Proplayer di alti livelli? E la tua? Ti senti prossimo ad “appendere il Joystick al chiodo” o ritieni di avere ancora molto da dare e/o da esplorare in questo mondo?
Sono ancora giovane, voglio ancora fare bene. Una carriera ad alti livelli può durare anche 20/25 anni.
Chiudiamo con le ultime due domande:
La prima immagine che ti viene in mente e la prima cosa che hai pensato dopo la aver bissato la vittoria di BeSports in finale contro la Spal WeArena lo scorso 21 giugno a Roma:
“Caspita abbiamo vinto di nuovo, questa era ancora più difficile” e il successivo abbraccio con Carmine.
Cosa credi sia necessario ai fini di potenziare e nobilitare il ruolo del Proplayeri ed in generale il movimento eSports in Italia?
Serve più professionalità da parte dei giocatori, ma soprattutto più professionalità da parte delle società che devono investire sui giocatori e pagare le loro prestazioni, trattarli in poche parole come dei professionisti, visto il tanto lavoro che c’è dietro.
Carlo Alessandri
Presidente co-Fondatore, curatore sezione Esports&Entertainment per CMA – Creative Management Association.