Mauro Bressan: quando un gol in rovesciata entra nella storia

2 novembre 1999. Al Franchi di Firenze va in scena una partita stellare. Partita di Champions League tra Fiorentina e Barcellona. La viola di Mister Trapattoni, Rui Costa e Chiesa e il Barcellona di Van Gaal, Rivaldo e Figo. Al minuto 13’del primo tempo, con il risultato sullo 0-0, una palla respinta dalla difesa blaugrana termina fuori area, 30 metri dalla porta, si impenna e Mauro Bressan si inarca per una rovesciata incredibile che sorprende il portiere Arnau. Un gol incredibile, magia del calcio.
E il protagonista di quel gesto incredibile ha accettato di scambiare due parole con la nostra redazione del Supporter. La sua storia calcistica, i primi calci professionistici al Milan, l’esordio in Serie A con il Foggia all’Olimpico nel giorno del primo gol in Serie A di Francesco Totti, poi Bari e Fiorentina. Una lunga carriera fatta di vittorie, emozioni, passione e…quel gol che rimane nella storia!
Sei cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Milan degli olandesi dell’inizio degli anni ’90. Cosa hai provato a giocare con giocatori così tecnici e che avrebbero poi fatto la storia ?
Dopo tutto questo tempo se mi guardo indietro e penso che ho avuto il piacere e l’onore di giocare con giocatori come Gullit, Van Basten, Baresi, Maldini e molti altri mi sembra incredibile. In panchina un certo Sacchi stava per cambiare il modo di giocare a calcio, ricordo che ci faceva fare allenamenti già proiettati al futuro. Mi sono trovato nel Milan nel momento in cui c’è stato un cambio di un’era che ha portato la società ad ottenere grandi risultati sportivi.
Si parla sempre della mentalità di queste grandi squadre come Juve, Milan e Inter. Puoi confermare queste voci e cosa significa per un giocatore giovane crescere in queste squadre ?
Crescere in squadre così è un privilegio, ripeto in quegli anni c’è stato un cambiamento totale del calcio e io l’ho vissuto pienamente. All’epoca vivevo a Milanello, proprio nel centro sportivo e già questo fa pensare la grandezza del club in cui ero, non tutte potevano permettersi di far vivere i giocatori nei propri centri. Mangiavo calcio dalla mattina alla sera, sognando insieme ai miei compagni di poter realizzare un giorno i nostri sogni e di poter diventare calciatori. Eravamo il Milan, una vera e propria istituzione, ti insegnavano il rispetto e il senso di appartenenza. Sento giocatori adesso nelle varie interviste, come Inzaghi, Gattuso parlare dello stile Milan e della cultura di questa squadra che da sempre è grande e continua ad essere una delle Società più vincente di sempre.
Raccontaci il tuo esordio in serie A e cosa hai provato ?
Non posso dimenticarlo, non era una partita come le altre, giocavamo all’Olimpico in un Roma – Foggia. Era il 4 Settembre 1994 e in quella partita Francesco Totti segnò il suo primo gol in Serie A. Mi ricordo che all’inizio non ci ho capito nulla e che era veramente strano giocare di fronte a tutti quei tifosi, poi pian piano mi sono abituato all’emozione e ho iniziato a giocare e fare quello che dovevo.
Qual è la squadra dove ti sei trovato meglio e qual è stata la tua stagione più bella ?
Diciamo che ti rimane sempre qualcosa, ovunque ti trovi. Però posso dire, almeno per esperienza personale che quando hai raggiunto la tua forma psico-fisica migliore allora in quel momento ti senti al posto giusto. Per me quel momento è stato al Bari, dove ho raggiunto due salvezze e sono cresciuto molto dal punto di vista calcistico. Tutto ciò mi ha permesso poi di essere acquistato dalla Fiorentina. Anche a Firenze è stato un momento dove la mi forma era ottima e insieme con il Mister Trapattoni siamo anche riusciti a vincere la Coppa Italia.
Non possiamo non chiederti della rovesciata contro il Barcellona. Secondo il sondaggio UEFA inserito tra i gol più belli al mondo. Raccontaci quel gol, cosa ti è passato per la testa prima e dopo l’atto ?
Devo ammettere che è sempre stato nelle mie corde come gesto tecnico, un’acrobazia che facevo anche da bambino. Però farla in una notte di Champions contro il Barcellona, se ci penso ora mi vengono ancora i brividi. Mi ricordo ancora le parole di Mister Trapattoni: “Ti ricorderai di questo gol tra 10/20 anni” e devo ammettere che aveva proprio ragione. Raccontando il gol devo dire che in quel momento mi è venuta in maniera istintiva, ho fatto il gesto in maniera naturale, proprio come quando ero un bambino, ed ho cercato di prendere lo specchio. Ero completamente spalle alla porta perciò non potendola vedere sono andato ad intuito e ho cercato di dare la forza giusta, poi con un po’ di fortuna sono riuscito a metterla sotto l’incrocio.
Secondo il France Football è il secondo gol più bello della Champions dopo quello di Zidane al Lerverkusen, cosa ne pensi? Sei d’accordo ?
Sono lusingato che dopo tanti anni e dopo tanti gol di grandi campioni, il mio gol rimane ancora così in alto e viene ricordato da esperti che si occupano anche di eleggere il giocatore di calcio più rappresentativo della stagione, a cui viene assegnato il Pallone d’oro.
È vero che hai ricevuto i complimenti da Rivaldo dopo quel gol a fine gara e cosa hai provato?
E’ stato veramente un bel momento, mi ricordo che in quella partita Rivaldo aveva fatto due gol e forse in quell’ anno vinse anche il Pallone D’oro. A fine partita venne da me e mi fece i complimenti e ci siamo scambiati la maglia, anche se in realtà la mia la volevo tenere per ricordo, però devo dire che alla fine anche ricevere la maglia di Rivaldo è stato molto piacevole ed è comunque una maglia che rimarrà nella storia.
Se dovessi fare una top 11 con tutti i giocatori con cui hai giocato, chi inseriresti ?
Mi trovo in difficoltà perché ho giocato con e contro molti campioni. Però diciamo che ti do una Top 13.
In porta metto sicuramente Toldo, siamo cresciuti calcisticamente insieme rincontrandoci nella Fiorentina, con lui c’è un legame forte e poi è stato un grandissimo portiere. Da destra verso sinistra metterei Zambrotta, Nesta, Cannavaro, Maldini.
A centrocampo Veron o Rui Costa e Pirlo.
Totti e Zidane a rifinire.
Davanti Roberto Baggio o Batistuta e il Fenomeno Ronaldo.
La partita che sentivi di più e la squadra che odiavi di più affrontare ?
Diciamo che le partite di esordio, la partita di Champions con il Manchester United o la prima a San Siro sono sempre state partite piene di emozioni per la loro grandezza.Se devo ricordare un avversario con cui “odiavo” giocare contro era il Parma, era sempre una partita spigolosa, dove c’erano giocatori come Veron che ti facevano girare a vuoto, comunque era una partita dove c’era tanta cattiveria agonistica e c’era sempre da soffrire.
Il giocatore più forte o con cui avevi più feeling tra tutti i tuoi ex-compagni ?
Sicuramente il più forte è stato Ronaldo, non ho mai visto nessuno come lui. Invece i giocatori con cui ho avuto più feeling e ancora tutt’oggi abbiamo un grande rapporto al di là del calcio sono Rossitto, Adani e Bettarini.