Fenomeno Footgolf: intervista doppia a Stefano Antonini e Alberto Fontinovi, alla scoperta della nuova passione.

Un pallone da calcio sui green più belli d’Italia, con delle buche speciali: è il footgolf una nuova disciplina sportiva a metà tra due sport: golf e calcio. Sta spopolando in tutto il mondo, e ora anche in Italia, il fenomeno del momento in crescita. Il footgolf è al 99,9% come il golf senza l’attrezzatura tecnica (ferri, legni e putter) e con un pallone più grande invece delle canoniche palline. In sostanza, quindi, si gioca su un percorso di 9 o 18 buche, iniziando dall’area di partenza si deve far giungere il pallone nella buca con il minor numero di “colpi”, che in questo sono i calci con cui si fa avanzare il pallone verso l’obiettivo.
Siamo andati alla scoperta di questo nuovo sport con due protagonisti del calcio sabino e non solo, che si sono subito innamorati di questa disciplina. Ecco l’intervista doppia ad Alberto Fontinovi e Stefano Antonini.
1.Partiamo dall’attualità o meglio dall’ultima grande novità: il Footgolf. Innanzitutto descrivici questa disciplina per chi non la conosce e sopratutto ti chiediamo come l’hai scoperta?
Stefano: Il Foottgolf è una disciplina nata poco meno di 10 anni fa in Olanda dall’unione di 2 sport, calcio e golf come dice la parola stessa. L’obiettivo è mandare la palla da calcio di una buca di 50 cm di diametro. Qui in Italia questo sport è arrivato circa 5 anni fa. Sono stati disputati già 2 mondiali, nell’ultimo disputato a dicembre Marrakech un italiano è diventato campione nel mondo nella categoria senior. Ci sono varie categorie: senior, under 18, femminile, over 45, over 55 e assoluto che li comprende tutti. Si gioca ovviamente su campi da golf, con apposite buche, la maggior parte sono situate dalla Toscana. La maggior parte dei campi sono situati tutta al Nord. A Roma c’è un solo un campo dove allenarsi a Terre dei Consoli a Monterosi. Io e Alberto abbiamo scoperto questo sport per pura casualità su Facebook vedendo una locandina pubblicizzata di un Torneo. Abbiamo deciso per scherzo di partecipare e da lì ci siamo subito innamorati
Alberto: Ho conosciuto questa disciplina perché il mio amico Stefano mi ha chiamato e mi ha parlato di questo Footgolf, si gioca con i piedi, e per la prima volta siamo andati a giocare insieme a Monterosi vicino Viterbo. Ha le stesse regole del golf ma si gioca con i piedi e le buche sono larghe il doppio del diametro di un pallone da calcio n.5.

2. Abbiamo deciso di farvi una intervista doppia visto il rapporto di amicizia. Allora vi mettiamo subito in difficoltà. Quali sono i pregi e difetti di Alberto/Stefano come persona?
Stefano: I difetti ? Visto che in questo sport serve molta testa, lui la testa la perde molto facilmente, sbaglia un tiro e per le successive 3 buche sta ancora a pensare a quello che è successo, i pregi se ti serve qualcosa su di lui ci puoi veramente sempre contare. Io sono all’opposto, mantengo sempre la calma in quasi tutte le situazione, il difetto è che molte volte potrei essere un po’ più spontaneo e dire quello che penso invece cerco sempre di tenermi tutto dentro.
Alberto: Pregi e difetti di Stefano, la cosa che più apprezzo di lui è la calma, ha veramente una calma olimpica nel gestire determinate situazioni, è una di quelle cose che a me servirebbe molto. Ogni tanto invece gli rimprovero di essere un po’ “pigro”, vorrei che agonisticamente si arrabbiasse un po’ di più.
3. Dalla persona al giocatore: come lo descriveresti? Quali sono le sue caratteristiche principali e quali i suoi limiti?
Stefano: ho già risposto alla seconda domanda. Pregi e difetti sono gli stessi che ha nella vita (ride).
Alberto: Stefano a mio avviso rispecchia la tranquillità in persona, è forte tecnicamente e ci punta molto, è una grande presenza dentro il campo e usa moltissimo la testa.
4. Vogliamo conoscervi meglio da un punto di vista sportivo. Raccontaci la tua carriera dalla Scuola Calcio sino al Tor Lupara!
Stefano: ho iniziato a dare i primi calci ad un pallone a Capena, per un paio d’anni ha fatto tutta la scuola calcio, poi sono stati preso all’attuale Eretum Monterotondo e poi dal Monterotondo Scalo per 10 anni, dalle giovanili fino alla Juniores Nazionale. Poi con la fusione con il Monterotondo in Serie D, anno dopo ho conquistato la Beretti Nazionali collezionando anche alcuni allenamenti con la prima squadra e le prime convocazioni con i più grandi….fino all’ esordio in Serie D a 18 anni dove ho collezionato 6 presenze con un gol all’Astrea me lo ricordo bene. Dopo l’esperienza al Monterotondo è iniziato il mio girovagare per molte squadre perché la Serie D era molto impegnativa. Sono stato 6 mesi a Rieti, un provino con il San Sovino in Serie C2 purtroppo non andato bene, Subiaco, Passo Corese, Sanpolese, Fiano Romano, Capena sempre tra Promozione, Eccellenza e Prima Categoria. Ho vinto 2 campionati a Fiano Romano, 1 a Passo Corere e 1 a Fiano Romano. Da quest’anno la mia ultima esperienza a Tor Lupara insieme al mio amico Alberto Fontinovi.
Alberto: Beh arrivato a 40 anni di strada ne ho fatta, ma partendo dall’inizio ho iniziato giovanissimo in una squadra che si chiamava La Fornace poi da lì sono andato alla Tevere Calcio, Casalotti poi da li ho fatto le giovanili della Lazio e sono andato a Monterotondo. Da qui poi sono andato alla Cisco Roma, Montereale, Ostia Mare, sono tornato alla Cisco e dopo ho fatto Tor Tre Teste, Cisterna Montello, Roviano, Tor Lupara poi, Fiano Romano, Capena, Passo Corese e oggi mi ritrovo un’altra volta a Tor Lupara molto contento di stare qui.

5. Ripercorrendo la tua carriera ti chiediamo tre ricordi in particolare che porti con te: una vittoria, una partita, un aneddoto. Una qualsiasi cosa che ti è rimasta dentro!
Stefano: sicuramente mi ricordo l’esordio in Serie D a 18 anni, emozionante e bellissimo tra i semi professionisti, io ci speravo nel salto di qualità, si parlava bene di me. Tanto che ho avuto l’onore di fare dei provini con Roma e Lazio. L’esordio in casa contro una squadra campana è indelebile, ho giocato 10 minuti davanti a 1000 persone. Un aneddoto che posso raccontare quando ero giovane. Durante i giovanissimi avevo 13-14 anni, giocavo con lo Scalo. Una bellissima stagione tanto che la Roma mi chiamò per un provino. Mi sono allenato 3 mesi con loro, un giorno al campo di allenamento della Roma c’era anche mio papà con i miei 2 allenatori delel giovanili. A bordo campo quel giorno c’era bomber Pruzzo, il papà di Giannini e Bruno Conti. Feci una partita clamorosa, mi prese Pruzzo sotto braccio e mi portò via, per i miei ce l’avevo fatta. Dovevo firmare con la Roma però il giorno stesso della firma arrestarono l’ex Presidente Ciarrapico. Mi ricordo che quel giorno a Trigoria c’era una situazione particolare. Venne tutto rimandato ma poi non venni più richiamato.
Alberto: I tre aneddoti che mi sono rimasti più in mente. Logicamente quando vinci un campionato ti rimane sempre dentro, io che ne ho vinti 6 e 2 coppe li ho tutti impressi nella memoria. Ma se devo sinceramente dirti tre ricordi sono certamente l’esperienza che ho fatto al Nord tra i professionisti. È stata quella diciamo che mi ha lasciato un po’ di più, è stato bello anche se avevo paura di andare e di confrontarmi invece mi sono buttato e ho fatto un gran bene. Un altro è stato sicuramente lo spareggio Flaminio con il Monterotondo contro l’Ostia quello è un ricordo che mi è rimasto impresso molto. L’ultimo quando sono entrato dalle scalinate del Bentegodi per giocare su uno campo così importante.
6. Dai ricordi ai compagni: quali i compagni di squadra più forti con il quale hai giocato? E quali in particolari seguivi come esempio o punto di riferimento?
Stefano: i più forti sicuramente nella stagione in serie D a Monterotondo. Ho conosciuto tanti giocatori che hanno giocato anche in serie A B e C. Alcuni che ricordo sono Fratena, Di Chio , Sgherri, Ferrazzoli, Calisti. Marco Di Chio in assoluto il più forte che abbia mai visto, anche se io mi ispiravo a Ferrazoli, mi ha fatto da papà e mi ha sempre consigliato.
Alberto: Sinceramente non ho preso esempio da nessun giocatore, ho sempre amato giocatori tipo, e anche se sono fortemente della Lazio sico , Totti e Roberto Baggio. Loro sono stati secondo me fantastici. Il modo in cui toccavano il pallone, il modo che avevano di vedere il calcio li rendeva unici, per me un assist conta più di un goal. Ho incontrato moltissimi giocatori forti, avendo giocato con molte squadre. Ho incontrato anche molte belle persone che si sono rivelate tali anche fuori dal campo. A livello calcistico oltre allo stesso Stefano che reputo un grande giocatore che ha raccolto poco rispetto alle sue qualità, ricordo con piacere Patrick Giannetti con il quale ci siamo divertiti tanto, Gianmaria difensore del Monterotondo, Dries sempre a Monterotondo, Emanuele Munelli gran portiere e ne potrei citare tanti altri.

7. La passione è ciò che vi spinge e stimola sia nel calcio che nel footgolf. Se dovessimo chiedervi cosa vi ha dato il calcio nella vostra vita quale sarebbe la risposta?
Stefano: il calcio nella vita mi ha dato quel senso di aggregazione, amicizia e gruppo di fare le cose insieme, la ricerca dell’aiuto ai compagni, dare e avere, legame forte negli spogliatoi. Ogni compagni ci vivi tutto l’anno e anche dopo, vedi sempre gli stessi nell’arco della settimana. Questo mi ha dato tanto e me lo sono portato anche nella vita. Un allenatore mi diceva sempre che una persona in campo è come nella vita.
Alberto: Il calcio ad oggi mi ha accompagnato nella vita, a giugno avrò 40 anni ed è stato sempre con me, con la mia famiglia e con le persone a cui tengo. Per me ha rappresentato tutto fondamentalmente, ho avuto la fortuna di avere anche grandi personaggi intorno e mi ha insegnato sicuramente a stare in un gruppo, mi ha insegnato il rispetto, una sorta di educazione calcistica diciamo, questo è stato il calcio per me.
8. Chiudiamo come abbiamo aperto, parlando di footgolf: qual è il bello di questa disciplina?
Stefano: Il bello di questa disciplina? È tutto da scoprire, ma la prima volta che l’abbiamo provata abbiamo avuto un colpo di fulmine. Ciò che sorprende è la bellezza di unire il pallone con uno sport così raffinato come il golf in ambienti e location meravigliose, curate, con paesaggi bellissimi, in automatico scatta un senso di amore e passione per questo sport. Ad oggi facciamo grandi sacrifici con trasferte di 3-4 ore di macchina. È una passione forte appena nata. Abbiamo disputato il campionato nazionale la cosa più importante per uno sport. Parteciperemo insieme ai 240 giocatori più importanti del panorama. Cerchiamo di riprenderci quelle soddisfazione che purtroppo con il calcio non siamo riusciti anche se non ho nessun rimpianto.
Alberto: Secondo me questo sport è fantastico soprattutto per chi come me e come Stefano ha fatto la sua carriera da calciatore o per chiunque sa giocare a calcio, fino a poco tempo fa se smettevi non avevi nient’altro da fare, nessuno sport altrettanto stimolante. Oggi c’è il Footgolf, che ti dà una mano a fermarti, è tutto molto bello, le location, tutti Golf Club con immensi prati verdi. E’ una grande disciplina, ci sono stati i mondiali a Marrakech e a settembre ci saranno gli europei a Londra e la federazione ha dichiarato che nel 2024 sarà anche riconosciuto come sport olimpico. In Italia c’è il maggior numero di iscritti rispetto al resto del mondo ma purtroppo siamo indietro in confronto come organizzazione. Abbiamo iniziato con Stefano il campionato nazionale a coppie e il campionato assoluto con la S.S Lazio, speriamo di arrivare agli europei con la nazionale.
Articolo a cura di Valentino Cristofalo.