INTERVISTA ESCLUSIVA AL PRESIDENTE COMITATO REGIONALE LND LAZIO MELCHIORRE ZARELLI

Un’intervista esclusiva che siamo riusciti ad ottenere grazie al lavoro dietro le quinte di tutto lo staff del Supporter. Sicuramente uno step di crescita per tutta la redazione segno anche (ce lo diciamo da soli!) della crescita graduale del progetto editoriale che inizia a farsi conoscere.
Abbiamo raccolto le parole, le sensazioni e i ricordi di Melchiorre Zarelli, Presidente del Comitato Regionale LND Lazio. Un racconto fatto di storie calcistiche, ricordi, soddisfazioni e successi. Un uomo che ha fatto del calcio una sua grande passione e che a distanza di 37 anni dalla sua prima elezione si racconta.
“Posso dichiararmi più che soddisfatto per la carriera fatta sin qui, almeno per quanto riguarda il lato calcistico. Ho iniziato il 1′ luglio 1981, con la funzione di responsabile amministrativo del Comitato lnterregionale, da lì è iniziata questa lunga e splendida avventura. Successivamente dalla stagione sportiva 1986/87, Segretario del Comitato lnterregionale e dal giugno 1992 al febbraio 2002, Segretario del Comitato Regionale Lazio, chiamato dall’allora Presidente, Antonio Sbardella. Dal 2002, alla morte di Antonio Sbardella vengo eletto, all’unanimità Presidente del Comitato, carica che ricopro tuttora. I ricordi sono tantissimi e li porto con me, le relazioni con grandi personaggi e soprattutto grandi professionisti, persone, che mi hanno arricchito lungo l’arco della mia carriera.”
Appunti, ricordi, alcuni indelebili: “Tanti i momenti significativi nel mio percorso. Parto ovviamente dal giorno della mia prima elezione a Presidente del Comitato, un motivo di grande orgoglio e soddisfazione a livello professionale e personale. Se vado a ricercare momenti ed eventi passati, aggiungerei sicuramente il conferimento di Dirigente Benemerito della Lega Nazionale Dilettanti: un qualcosa di indimenticabile. Sul podio dei ricordi faccio salire anche l’assegnazione del Premio Nazionale “Le ali della vittoria” nel Giugno del 2005, un premio che celebra l’importanza, il valore e le potenzialità del calcio dilettantistico e dei suoi protagonisti.”
Momenti e persone significative: “In una lunga carriera come la mia potete immaginare quante persone ho incontrato in ambito professionale e credo che ognuna di loro mi abbia dato qualcosa. Però voglio citare alcune in particolare. In primis, il primo Presidente del Comitato lnterregionale, Filippo Jacinto: persona di rare qualità morali e di grande umanità, che, unite alla grande conoscenza del calcio dilettantistico, ne hanno fatto uno dei più grandi dirigenti del settore alla stregua di Ottorino Barassi ed Artemio Franchi.
Altro grande personaggio che a livello professionale mi ha dato molto, è stato Antonio Sbardella, grande arbitro a livello internazionale, che era stato il mio Organo Tecnico, quando svolgevo ancora le funzioni di arbitro. lnfine, e non per ultimo in una scala dei valori, Raffaele Cipollone, grande esperto di giustizia sportiva. Queste sono le persone, gli uomini e i professionisti che hanno inciso di più sul mio modo di essere e lavorare.”. Dal lavoro alla passione, siamo curiosi di conoscere anche gli idoli sportivi del Presidente Zarelli, perché crediamo che da lì si possa capire e interpretare la sua passione per lo sport in generale: “Oggi onestamente non ho idoli sportivi, ma sicuramente da giovane seguivo come tanti ragazzini dell’epoca atleti e personaggi del calibro di Bartali, John Charles, Valentino Mazzola e anche il mitico arbitro Rosario Lobello. Erano altri tempi, erano altri modi e mondi. Di questi ne ammiravo il comportamento, l’educazione, la lealtà, vedo in loro non solo idoli ma veri e propri esempi.”
Concludiamo con una domanda relativa al potenziale del calcio dilettantistico. Un quesito magari banale, ripetitivo, spesso nel nostro settore se lo domandano in molti. Da contro altare però fa la risposta del Presidente Zarelli, non certo scontata e banale: “Rispetto al recente passato, il potenziale del calcio dilettante, ha subito un rallentamento. Le cause sono da ricercarsi nella crisi economica che ha attanagliato anche il calcio dilettantistico; la carenza di impianti sportivi adeguati; la diminuita propensione dei ragazzi al sacrificio che qualsiasi sport, il calcio in particolare, richiede, l’abbandono continuo e in aumento dei bambini e adolescenti dell’attività sportiva. Questi sono per me i fattori che hanno rallentato il sistema, da una parte problemi organizzativi e strutturali, dall’altra una mentalità sportiva ed educativa sempre più lontana da ciò che lo sport appunto richiede.”
Articolo a cura di Valentino Cristofalo.