Integrazione per lo sport: come, quando e perché. Ne parliamo con il Dott. Davide Sparpaglia
Salute e sport. Nello sport una cosa normale da fare quasi ogni giorno per gli atleti è quella di allenarsi, ma spesso la stanchezza e lo stress derivante dagli allenamenti inizia ad aumentare e gli atleti iniziano ad avere ritorsioni sulle loro prestazioni. Per non permettere che ciò accada e che riescano a svolgere gli allenamenti duri assegnati, una normale dieta corretta non basta, e per recuperare la mancanza di vitamine, proteine ed amminoacidi, gli atleti ricorrono all’utilizzo degli integratori alimentari. Gli integratori alimentari sono prodotti che possono rivelarsi molto utili in caso di carenze organiche di sali minerali e vitamine dovute a squilibri alimentari, intensa attività fisica, periodi di stress psicofisico o ad uno scorretto stile di vita.
Tutti noi utilizziamo comunemente integratori per i motivi più disparati: rinforzare il sistema immunitario, sostenere l’attività sportiva, migliorare la salute: di unghie e capelli e via dicendo. Gli effetti di questi prodotti sul nostro organismo e il costo (spesso non trascurabile) dovrebbero stimolarci a porci alcune domande.
A differenza di quanto scritto nel titolo, quando si parla di integrazione la prima domanda da porsi è: “perché?”. In questo modo possiamo evitare l’unico rischio concreto che si corre quando si assumono integratori: fare qualcosa di totalmente inutile (o quasi). Nel caso di vitamine o sali minerali, è opportuno verificare se sono presenti carenze con analisi cliniche specifiche, anche se per chi pratica un’attività sportiva più di 2 volte a settimana un supporto di vitamine C, D e del gruppo B generalmente è indicato e presenta poche controindicazioni.
Un altro fattore da considerare è la qualità dei prodotti: spesso si tende ad andare al risparmio, senza considerare che gli integratori hanno una loro filiera di produzione che può essere più o meno sotto il controllo di normative vigenti. Gli integratori hanno sicuramente meno restrizioni dei farmaci per quanto riguarda la produzione e non hanno una vera e propria fase di sperimentazione. Bisogna quindi porre attenzione alla scelta e farsi indirizzare da uno specialista informato. Ad eccezione di alcuni esempi (come l’interazione tra vitamina K e farmaci anticoagulanti, o fitoterapici che possono alterare la pressione sanguigna) difficilmente si incorre in rischi seri per la salute assumendo integratori. Questo naturalmente non deve tradursi in una scelta superficiale del prodotto. Alcune fastidiose controindicazioni possono riguardare gonfiore addominale, o una eccessiva motilità intestinale (come nel caso di alcune forme di magnesio).
In ambito sportivo il primo step è inquadrare il nostro sport dal punto di vista energetico e chiedersi se abbiamo dei punti di carenza. Per esempio potremmo aver bisogno di un supporto per il recupero muscolare. In quel caso i sintomi potrebbero essere, oltre ai tipici dolori muscolari, sensazioni simili a quelle provocate da una comune influenza: stanchezza, febbricola, dolori articolari diffusi. Come secondo step dovremmo capire quale fattore dominante ci impedisce di recuperare adeguatamente: carenza di sali minerali, scarsa qualità del sonno, carenze nella dieta di un macronutriente, malassorbimento a livello intestinale e molto altro. Solo inquadrando il problema è possibile intervenire efficacemente.
Durante l’attività fisica, i fattori chiave da tenere in considerazione sono l’intensità e la durata. Alcuni esempi pratici:
- 90 minuti di sforzo intenso: sicuramente sono necessari acqua e sali minerali. In aggiunta anche piccole quantità di nutrienti (carboidrati ma non solo) possibilmente in forma liquida e ipotonica per non influenzare lo svuotamento gastrico e il transito intestinale;
- 60 minuti di bassa intensità: se la dieta è adeguatamente strutturata, possiamo anche scegliere di non integrare senza paura di danneggiare l’organismo. Ad eccezione dell’acqua che è sempre e comunque necessaria;
- Oltre le 4 ore, sport di resistenza: in questo caso, oltre ad acqua e sali minerali, è necessario intervenire con integrazione di macronutrienti: carboidrati, proteine e grassi. La scelta e le modalità sono soggettive. Tra i più utilizzati troviamo le maltodestrine, gli amminoacidi (essenziali o ramificati), sostitutivi liquidi o gel dei pasti.
Gli integratori possono essere alleati preziosi e a volte risultare determinanti per il raggiungimento di un obiettivo. L’importante è fare sempre una valutazione attenta, per capire anche in quali casi possiamo farne tranquillamente a meno.
Articolo a cura del Dott. Davide Sparpaglia