SPORT PHOTOGRAPHY. IL SECONDO APPUNTAMENTO CON L’INTERVISTA AD ARIANNA TOTARO DELLA VIRTUS BOLOGNA

La rubrica esclusiva #SportPhotography prosegue. La seconda intervista è con Arianna Totaro, fotografa della Virtus Bologna.
“La passione per la fotografia è stata e continua ad essere il mio Fil Rouge per la carriera universitaria e professionale. La mia laurea in Arti Visive ha gettato le basi per la realizzazione dei miei vari progetti, una mostra fotografica, l’inizio del mio lavoro da fotografa presso un’azienda ed infine a bordo campo per la Virtus. È iniziato tutto per curiosità e voglia di intraprendere qualcosa di nuovo in ambito sportivo e si è trasformato in una vera e propria passione; non è facile resistere al clima che c’è in campo e al calore di una partita.”

Dalla passione ai primi passi nel mondo della fotografia sportiva: “Ho iniziato a scattare foto per la Virtus circa due anni fa. L’atmosfera, da subito, ti rapisce. Per le prime partite cercavo di andare in contro alle esigenze della Società quindi scattare foto dall’impatto mediatico, successivamente entrata a far parte della “ grande famiglia” ho iniziato e continuo a migliorarmi cercando di portare a casa l’anima dei giocatori e della tifoseria ed assicuro che non è un compito semplice.”.

Da ignoranti del mestiere, pensiamo che una delle cose più complesse per un fotografo sportivo sia cogliere il momento, riuscire ad immortalare un’emozione quando i giocatori sono sempre in movimento, Arianna ci conferma la nostra sensazione: “Si, assolutamente. Per un fotografo di basket è importante cogliere l’azione sportiva giusta, trasmettere la grinta del momento, l’esultanza per i punti segnati ed onestamente non è semplice tornare a casa con tutte le azioni impresse in macchina fotografica. A volte capita di avere la foto perfetta con l’arbitro a disturbare l’azione, a volte capita di ritrovarsi nel lato opposto all’esultanza del giocatore, a volte di essere di spalle al momento di una grande schiacciata o ad esempio di avere la scena oscurata da un tifoso che, preso dal momento, esulta avanti la fotocamera. Come in ogni ambito la fortuna è un ingrediente necessario, non indispensabile ma necessario.”
Entriamo nel dettaglio delle foto che ha deciso di condividere con noi: “Ho selezionato questi scatti per dimostrare la mia scelta stilistica; cerco di dare importanza al gioco ma cerco anche di cogliere gli abbracci nascosti, le parole sussurrate tra loro, la grinta della tifoseria, il momento non importante per tutti. Cerco di entrare dentro, mi piace pensare di comprendere in quel momento cosa si dicono i giocatori, mi piace far vedere a chi è lontano quello che accade quando hai a pochi centimetri dei giocatori di quel livello.”.

Così come nel caso di Giacomo Cousua, il primo fotografo che si è prestato alla nostra intervista, anche Arianna l’abbiamo intercettata sui Instagram, perciò le chiediamo quale il valore dei social per un fotografo oggi: “Credo che ad oggi i social abbiano un potere immenso, molti artisti nascono grazie a questi canali e molti riescono a promuoversi pubblicando fotografie. Non credo che il lavoro di un fotografo venga sminuito se pubblicato; un buon fotografo deve fare i conti con la contemporaneità e la contemporaneità prevede tutto questo. Ad inizio campionato ho aperto una pagina Instagram dedicata solo alla Virtus ed è incredibile quanto sia facile scambiare due chiacchiere con i giocatori, passare loro le foto e avere una tifoseria pronta ad accoglierti ad ogni partita incitandoti su Instagram.”
Dal lavoro con la Virtus alle proprie ambizioni, in particolare ad un qualcosa che le piacerebbe immortalare: “Mi piacerebbe fare un servizio esclusivo ad alcuni giocatori della squadra, uno per tutti Kevin Punter. Quest’anno è tra i miei preferiti oltre ad essere uno dei giocatori spacca obiettivo, è davvero fotogenico. Non credo di avere foto in cui sia venuto male.”.

C’era la dura legge del gol e la dura vita del fotografo, Arianna ci illustra la giornata tipo: “Cerco di arrivare circa un’ora prima della gara. È il momento che preferisco; i giocatori entrano in campo con le cuffie e la loro musica, si allenano, sono concentrati ma anche disposti alla battuta, alla risata, alla chiacchiera. La tifoseria non è al completo ma i primi sono quelli che creano atmosfera, prendono i primi posti, aprono le bandiere, provano i cori e cercano di chiamare dall’alto i giocatori per far sentire la loro presenza, per dirgli “ ci siamo “. Inizia cosi la partita, tutto pronto. Inno, fischio d’inizio e per circa due ore sei li con gli occhi puntati su di loro, non perdi un istante, sei incollata alle loro azioni e sei sempre in cerca del momento perfetto. Quando termina la partita seguo i giocatori fino all’uscita dal campo, aspetto che la magia sia finita e torno a casa per pubblicare sui social i momenti salienti della giornata. Li inizia un vero e proprio lavoro, molti scrivono per ricevere le foto ed è fantastico il feedback positivo.”
LA GALLERIA DI IMMAGINI REALIZZATE DA ARIANNA TOTARO
Intervista a cura di Valentino Cristofalo.