sabato, 20 aprile 2024
INTERVIEW

SCHERMA | INTERVISTA A PAOLO PIZZO: AMBIZIONE, DETERMINAZIONE, SACRIFICIO NELLO SPORT E NELLA VITA.

La vittoria che ricordo con più piacere non è una ma sono due medaglie e le metto allo stesso livello. La prima fu ai Mondiali di scherma di Catania 2011. Sono catanese, e già partecipare a quel Mondiale era emozionante. Sono riuscito nell’impresa di vincerlo, da outsider, e poi potermi buttare tra le braccia di parenti ed amici sugli spalti. Roba vissuta da pochi sportivi! Allo stesso livello ma per altri motivi metto l’argento olimpico conquistato nella specialità a squadre a Rio2016. Ci davano già spacciati un anno prima durante le dure tappe di qualifica. Invece siamo arrivati su quel podio dopo un lungo percorso. Dal giorno di quella medaglia mi sono sentito più completo come atleta e sarò per sempre legato ai miei compagni di squadra e al mio staff personale nonché a quello della Nazionale. Sconfitta più bruciante indubbiamente le Olimpiadi individuali di Londra 2012. Ho perso ai quarti di finale contro il venezuelano Limardo, che poi è andato a vincere la gara. Un’occasione persa che mi ha tolto il sonno per diversi mesi. Ma oggi non rinnego nulla, anche quell’esperienza è servita!”.

( Fonte: Scomunicando www.scomunicando.it)

Stavolta siamo partiti subito forte per questa intervista. Abbiamo forse calcato un po’ la mano, siamo stati diretti e un po’ invadenti. Ma volevamo “viverci” il personaggio, l’atleta, la persona. Abbiamo voluto stuzzicare il suo carattere e pensiamo ne sia uscito un approfondimento interessante su e con Paolo Pizzo, schermidore italiano capace di conquistare un argento olimpico, due mondiali e tre argenti agli Europei.

Hai partecipato a due Olimpiadi Londra 2012 e Rio 2016. Che ricordi hai di queste due avventure? I risultati li conosciamo bene, ciò che ci interessa sono le tue emozioni nel partecipare ad un evento del genere. E’ realmente il sogno di ogni atleta?

Non ci sono assolutamente paragoni tra le Olimpiadi e gli altri eventi agonistici internazionali. Nemmeno i mondiali di calcio sono minimamente all’altezza. Lo spirito che si respira fa capire cosa vuol dire SPORT. E lo sottolineo perché so che aria c’è all’interno del villaggio Olimpico. Ti trovi a far la fila a mensa con Nadal, a sfilare con Bolt ( Italia e Jamaica sono consecutive nell’ordine di sfilata alla cerimonia di apertura) a bere un’aranciata seduto accanto a Tony Parker o James Harden. Basta questo? Per me è il paradiso in terra di ogni sportivo.

“Una stoccata vincente” la copertina del libro di Paolo Pizzo ( fonte: pagina Facebook di Paolo Pizzo)

Una stoccata vincente. Il titolo del tuo libro e probabilmente della tua vita. Cosa ti ha spinto a pubblicare e cosa vuoi trasmettere alla gente?

Il mio libro è venuto fuori da una magnifica idea del mio agente Enrico Gelfi, il quale mi ha messo in contatto con un affermato giornalista della Gazzetta dello Sport, Maurizio Nicita ( anch’egli catanese ) per trascrivere le mie emozioni in una storia che potesse ispirare chi trova delle improvvise difficoltà nella vita. Il giornalista alla fine è diventato un parente, tanto abbiamo stretto il rapporto nella costruzione del libro. Mi sono messo a nudo e ho raccontato passo dopo passo i duri momenti della malattia proprio per trasmettere la mia grinta e la compattezza della mia famiglia nel momento più buio.

Abbiamo letto diversi articoli e tue interviste. Possiamo definirti come un ambasciatore per uno sport pulito. In una Società distratta come questa, lo sport può essere ancora uno strumento di educazione? Quali valori ti ha insegnato la scherma? 

Prima di tutto va detto che nella scherma i casi di doping sono rarissimi e il più delle volte accidentali. Poi nel mio sport esistono ancora una disciplina ed un rispetto che ricordano le arti marziali. L’allenatore viene chiamato ” maestro ” ed alla fine di ogni singolo match si stringe sempre la mano all’avversario. Sono solo alcuni esempi che mi fanno particolarmente apprezzare la scherma . Parallelamente provo dispiacere per essere ancora considerato atleta di uno sport ” minore”,  aggettivo che non ho mai compreso appieno. Come se avesse senso fare classifiche di specialità.

Paolo Pizzo durante una stoccata ( Fonte: pagina Facebook di Paolo Pizzo)

Una curiosità, come ti prepari ad una gara. Il giorno stesso immaginiamo che avrai una serie di abitudini pre-match.

Sono un maniaco della perfezione a livelli che sfiorano la paranoia . Sono di gran lunga l’atleta che porta più materiale in gara. Un esempio? In media si portano 3 o 4 spade a persona in gara, io, per evitare fantomatici problemi tecnici ne porto almeno 7 ogni volta.  Ho sempre problemi negli aeroporti del mondo al momento del check in, quando si pesa il bagaglio da stiva. Ma la scaramanzia non si discute, e la mia carriera è più che positiva.  Quindi non ho intenzione di cambiare metodo, per quanto il più delle volte appaia decisamente ridicolo agli occhi divertiti dei miei compagni di squadra e di Nazionale.

Vogliamo conoscerti meglio per descrivere il tuo profilo ai nostri lettori. Quali sono i tuoi interessi principali? Hai un piatto, un film e una canzone preferita?

I miei interessi gravitano attorno allo sport. Seguo ogni gara o competizione che venga raccontata dai media o social. Sono appassionato di ranking , classifiche e palmares. Adoro chi si sbatte e sacrifica per i risultati. Ma il mio vero elemento è il mare, quello della Grecia specialmente. Lo sogno più volte durante l’anno e vivo in un perenne count down attendendo l’estate per potermi finalmente tuffare nel mio Mar Egeo. Il mio piatto preferito è difficile da dire. Sono siciliano e la gamma è ampia. Cito la parmigiana e la granita per dirne due tra i tanti. Film preferito anche qui scelta non semplice. Provo con Aliens scontro finale per il ruolo spettacolare di Sigourney Weaver che è la mia attrice preferita. Ma davvero potrei citare almeno 100 titoli senza saper scegliere. Tarantino tra i registi che più mi piacciono. Ho la stessa difficoltà per la musica. Ascolto di tutto, dal metal duro a Fiorella Mannoia. Dico “Innuendo” dei Queen come canzone preferita anche se nel frattempo sto pensando ad altre migliaia di canzoni. Vivo con le cuffie h24.

( Foto: Augusto Bizzi )

Chiudiamo con una domanda personale: per divenire un atleta affermato è necessario avere una personalità particolare. Come ti descriveresti caratterialmente?

In generale per salire sui podi che contano bisogna avere delle doti in più.  E non parlo solo di qualità fisiche ma ovviamente di resilienza e adattamento , di determinazione e concretezza. Dietro ad ogni medaglia c’è un lavoro che nessuno immagina esclusi gli addetti ai lavori.  Il mio carattere? Decisamente egoista, cattivo e agonista, impulsivo e isterico, nervoso e altezzoso. Però almeno lo ammetto!

 

Articolo di Valentino Cristofalo

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